L’esponente di Idv, portando l’esempio del progetto di recupero della villa di Barricelle, rilancia la proposta di istituzione di un Distretto turistico – culturale anche in prospettiva della futura programmazione comunitaria
“Il progetto di recupero, valorizzazione e fruizione della villa di Barricelle, a Marsicovetere, realizzato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata, è un esempio importante del ruolo che possono svolgere le compagnie petrolifere, come hanno dimostrato l’Eni e la Shell, nel contribuire al recupero e alla valorizzazione dei nostri beni culturali”.
E’ quanto sostiene il consigliere regionale di IdV, Antonio Autilio, sottolineando che “la strategia da perseguire è quella di sollecitare e ottenere finanziamenti da parte delle società petrolifere anche nel settore dei beni culturali e, al di là, degli assi strategici e delle linee d’azione individuati con il Memorandum d’Intesa sul petrolio. L’attività petrolifera diventa in questo modo un segnale concreto di impegno per lo sviluppo dei nostri territori. Un segnale tanto più importante per la nota situazione di difficoltà che registrano tutte le strutture regionali del Ministero dei Beni Culturali per i tagli subiti a seguito delle manovre finanziarie del Governo e quella più recente di tagli diretti alla dotazione finanziaria dello stesso Ministero. Tagli che mettono a rischio persino servizi essenziali di sorveglianza ed apertura dei musei nazionali esistenti in Basilicata”.
Nell’evidenziare che “la villa dell’imperatrice lucana a Barricelle arricchisce l’offerta archeologica che in Val d’Agri ha come sito principale gli scavi di Grumentum e il Museo Nazionale, consentendo di adeguare l’itinerario turistico-archeologico della Val d’Agri”, Autilio che ha nelle risorse storiche, archeologiche, artistico – monumentali, religiose (chiese e monasteri) e paesaggistico – naturalistiche gli attrattori di maggiore richiamo, e nel quale il fattore ruralità, anche per gli intrecci con l’agriturismo, ha grande rilievo. E insieme al Distretto Turistico-Culturale e al Parco Nazionale Val d’Agri, fortemente innovativa è la proposta del Parco dell’Energia che, oltre ad essere un Centro di Ricerca, rappresenta sicuramente un ulteriore richiamo di visitatori. A differenza di altri segmenti turistici, il filone culturale nel nostro Paese sembra non conoscere crisi, come testimoniano i dati statistici sulle presenze e gli arrivi nelle città e nei comprensori d’arte e cultura, per cui diventa indispensabile un coordinamento più stretto tra i vari soggetti istituzionali e privati che si occupano a vario titolo di turismo per evitare la dispersione di risorse e di energie. Per la Val d’Agri è finalmente matura una programmazione di azioni che coinvolgono direttamente la piccola e media impresa di settore, gli operatori, ristoratori, albergatori e commercianti con benefici positivi sull’economia locale e sull’occupazione diretta ed indotta. Per questo, anche il Parco nazionale Appennino Lucano Val d’Agri – Lagonegrese può diventare uno strumento per consentire quella opportunità di sviluppo dell’economia locale”.