Per il consigliere regionale del M5s “quanto riportato dalla stampa in questi giorni appare un patto che sembra anche una personale rivincita del presidente Pittella nei confronti del consigliere regionale Gianni Rosa e di Fratelli d’Italia”
“Quanto pubblicato ieri da ‘Il Quotidiano’ è raccapricciante. Un sistema politico immorale che non può appartenere a questa Regione e alla città di Potenza. Occorre fare immediatamente chiarezza sulle pesanti accuse che coinvolgono uomini politici di primo livello della Regione Basilicata, ma che ancor prima mettono in risalto un vero e proprio modello politico che ha come grande ispiratore il presidente della regione Basilicata”.<br /><br />Così il consigliere regionale del M5s Gianni Leggieri per il quale “la notizia è di quelle che dovrebbe portare immediatamente alle dimissioni di tutti i soggetti coinvolti. Ma è chiaro che in questa Regione passerà tutto senza colpo ferire, perché ormai gli scandali sono all’ordine del giorno. Rimborsopoli, provinciopoli sono solo alcune delle inchieste della magistratura che hanno portato alla luce il malaffare e la cattiva pratica politica di una intera classe dirigente. Poi ci sono le ormai quotidiane denunce che dai giornali vengono fatte e che colpiscono ora un appalto, ora un affidamento diretto, ora un’assunzione”.<br /><br />“Per non parlare – dice – dello scandalo sanità con l’Autorità nazionale anticorruzione che ha disposto lo scorso 10 dicembre l’audizione dei massimi vertici della regione per vederci chiaro sulla gestione di numerosi appalti. Naturalmente, nonostante la richiesta di chiarimenti avanzata al presidente Pittella, aspettiamo ancora che qualcuno si degni di rendere conto al Consiglio regionale e alla Commissione competente. E’ chiaro che in questo sistema la vicenda di Potenza, del suo dissesto e del suo salvataggio da parte del Consiglio regionale si inserisce in maniera perfetta. Un tassello che completa un quadro perfetto nel suo squallore”.<br /><br />“Non bastava – continua Leggieri – la gestione poco chiara e sicuramente poco oculata delle casse del Comune di Potenza da parte del Pd e dell’ex sindaco Santarsiero. Anche il dissesto ed il post dissesto diventa l’occasione per avvoltoi per avventarsi su una carcassa per continuare a realizzare un personalissimo disegno politico fatto di uno sfrenato personalismo, di un culto della persona, anzi di una stirpe, che ormai ha superato ogni limite, e soprattutto dedito all’antico motto ‘dividi et impera’. Così Pittella e i suoi fedelissimi si adoperano per creare scompiglio sia nella maggioranza che in parte dell’opposizione, per dividere amici e nemici e per uscire ancora una volta vincitore sulla spalle di una intera comunità”.<br /><br />“Ecco allora servito un dissesto pilotato, studiato a tavolino, accordi segreti tra lo stesso Pittella ed il sindaco di Potenza, consiglieri regionali di opposizione a lavoro con consiglieri di maggioranza – continua – per ribaltare un risultato elettorale e dare un nuovo equilibrio politico al Comune di Potenza. Insomma, una serie di scambi di favori politici tra diversi protagonisti della politica lucana. Ecco così approdare, con queste premesse ed in questo contesto, il provvedimento noto come ‘Salva Potenza’ in Consiglio regionale. Un provvedimento con il quale il neo Sindaco di Potenza si è assicurato aiuti finanziari per uscire fuori dalla grave situazione economica in cui era stata gettata la città, continuando però con una politica ed una gestione fatta di sprechi, mentre il presidente della Regione aggiungeva un nuovo tassello alla sua particolare e personalissima partita di risiko giocata all’interno del Pd lucano e non solo”.<br /><br />“Diciamola tutta – conclude Leggieri – un patto che sembra anche una personale rivincita del presidente Pittella nei confronti del consigliere regionale Gianni Rosa e di Fratelli d’Italia, ancora una volta a voler magari rimarcare che il monarca tutto può e nessuno deve ostacolare il suo volere. Si tratta ad ogni buon conto di un modo di fare politica spregiudicato ed arrogante. Un sistema immorale che non può avere nessuna giustificazione e che non merita altro che una forte condanna. La politica lucana dovrebbe esprimere ben altri valori e avere maggiore rispetto delle istituzioni e dei ruoli. Purtroppo la breve ma significativa esperienza in Consiglio regionale ci ha fatto comprendere fino a che punto è marcio il sistema politico. Riprendendo una battuta che circola in rete, possiamo dire che ormai non esistono più le mele marce, ma è l’intero cestino ad essere marcio”.<br /><br />L.C.<br />