Disabilità, Giuliano: “Rivedere il Piano triennale”

In occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità il garante dell’infanzia e dell’adolescenza torna a chiedere “un censimento porta a porta anche sulle reali condizioni delle persone disabili e delle loro famiglie”

&ldquo;Rivedere, in corso d&rsquo;opera, il programma triennale sulla disabilit&agrave; e rendere effettivamente inclusiva questa nostra Regione garantendo alle persone disabili i fondamentali diritti&rdquo;. Con questo auspicio, rivolto al presidente della Regione Pittella, il garante dell&rsquo;infanzia e dell&rsquo;adolescenza Vincenzo Giuliano torna a chiedere &ldquo;un censimento porta a porta non solo sui soggetti destinatari ma anche sulle reali condizioni delle persone disabili e delle loro famiglie&rdquo;.&nbsp;&ldquo;Cosa sta facendo la nostra Regione perch&eacute; diventi sempre pi&ugrave; inclusiva e coesa per le persone con disabilit&agrave;?&rdquo;, si chiede il garante sottolineando che domani, 3 dicembre, &ldquo;si celebra la giornata Internazionale delle persone con disabilit&agrave;, istituita nel 1981 per promuovere una pi&ugrave; approfondita conoscenza sui temi della disabilit&agrave;, per sostenere la piena inclusione delle persone con disabilit&agrave; in ogni ambito della vita e per allontanare ogni forma di discriminazione e violenza&rdquo;.<br /><br />Giuliano ricorda che in Basilicata &ldquo;&egrave; stato istituito, da qualche mese, l&rsquo;Osservatorio regionale sulla disabilit&agrave; e finanziato un Programma straordinario triennale di interventi, servizi e prestazioni volti a sostenere l&rsquo;integrazione scolastica, sociale e lavorativa e l&rsquo;autonomia personale dei disabili. Un Programma a cui va riconosciuto il merito di presentarsi come qualcosa di fortemente innovativo, perch&eacute; impegna comunque ulteriori risorse finanziarie per affrontare note problematiche scolastiche ed extrascolastiche dei portatori di disabilit&agrave;, ma anche perch&eacute; si proietta in una prospettiva di medio periodo, tre anni, con l&rsquo;orizzonte che pu&ograve; andare ben oltre&rdquo;.&nbsp;A suo parere, per&ograve;, questo Programma &ldquo;purtroppo presenta molte criticit&agrave; e fragilit&agrave; in una serie di &lsquo;confuse indistinzioni&rsquo; che segnano una sorta di frattura tra la vastit&agrave; delle enunciazioni di principi e la minimalit&agrave; degli obiettivi che si dichiara di voler conseguire nel programma: dal richiamo all&rsquo;integrazione dei servizi scolastici, sociali, sanitari, di inserimento lavorativo, pienamente rispondente ai criteri della corrente programmazione comunitaria, all&rsquo;assenza concreta di applicabilit&agrave; non facendo alcun riferimento agli altri soggetti dell&rsquo;amministrazione regionale responsabili delle politiche per i disabili e all&rsquo;incomprensibile carenza di dati dal versante della domanda, su cui il Programma dichiara di trovare fondamento.<br /><br />&ldquo;Se non si ha chiaro il quadro dei bisogni &ndash; afferma ancora Giuliano -, l&rsquo;offerta che si va a mettere in campo rischia di perdere ogni credibilit&agrave; politica, in quanto l&rsquo;obiettivo almeno tendenziale dell&rsquo;intervento pubblico non pu&ograve; che essere la risposta all&rsquo;universalit&agrave; e generalit&agrave; dei bisogni espressi da tutti i cittadini che si trovano in regione nelle condizioni di disabilit&agrave;. &Egrave; quindi urgente un censimento porta a porta non solo sui soggetti destinatari ma anche sulle reali condizioni delle persone disabili e delle loro famiglie&rdquo;.<br /><br />Giuliano si chiede inoltre: &ldquo;Si pu&ograve; definire straordinario un programma che interviene in un campo nel quale non si &egrave; riusciti ancora a dare l&rsquo;ordinario a tutti gli aventi diritto? Come si fa a parlare di addizionalit&agrave; se non si conoscono n&eacute; i termini della domanda espressa dai disabili n&eacute; lo stato dei servizi offerti sul territorio n&eacute; l&rsquo;obiettivo ultimo verso il quale tendere? I caratteri della coordinazione e dell&rsquo;integrazione sono fattori che qualificano questo programma, perch&eacute; &egrave; su questi due pilastri che si gioca tutta l&rsquo;efficacia degli interventi da realizzare. Il coordinamento riguarda il sistema di relazioni all&rsquo;interno del Sistema regionale dei servizi, mentre l&rsquo;integrazione riguarda la riduzione all&rsquo;unitariet&agrave; della persona della molteplicit&agrave; dei bisogni. Ma come si pu&ograve; parlare di coordinamento istituzionale e d&rsquo;integrazione dei diversi servizi scolastici, sociali, sanitari e d&rsquo;inserimento lavorativo, se poi rimangono molto indistinti i riferimenti agli attori del sistema dei servizi ai disabili? Infatti, sia nel Programma che nell&rsquo;organizzazione della Cabina di regia, non si fa alcun cenno, ad esempio, ai necessari punti di integrazione, quali ad esempio, per l&rsquo;orientamento al lavoro e per l&rsquo;inclusione lavorativa, il riferimento alla legge n. 68/1999 (&ldquo;Norme per il diritto al lavoro dei disabili&rdquo;, e alla legge regionale n. 28/2001 (&ldquo;Promozione dell&rsquo;accesso al lavoro delle persone disabili&rdquo;), e quindi il collegamento al corrispondente ufficio regionale incaricato della sua gestione amministrativa; come pure, per quanto riguarda il molto lodevole intento della Regione di potenziare la metodologia dei &lsquo;protocolli organici individuali&rsquo; per la &lsquo;presa in carico&rsquo;, come si pu&ograve; pensare che detto intento sia realizzabile se poi non s&rsquo;istituzionalizza l&rsquo;applicazione concreta e diffusa della classificazione internazionale del funzionamento per la disabilit&agrave; e la salute promossa dall&rsquo;OMS? Sono convinto &ndash; conclude Giuliano – che il presidente Pittella utilizzer&agrave; queste nostre sollecitazioni&rdquo;.&nbsp;

    Condividi l'articolo su: