“Leggere un volume può essere utile a orientarsi tra quanto si è fatto e quanto c’è ancora da fare. Così per i casi di Sel Spa e Acquedotto Lucano”
“Non sono in grado di indicare una gerarchia tra varie forme letterarie, ma sicuramente l’editoria dei giornali e quella dei libri hanno funzioni profondamente differenti e, ciascuna per proprio conto, infungibili. Così, ad esempio, nella quotidianità della lettura di un articolo può capitare che il giudizio sulle scelte fatte risenta del momento e non si riesca sempre a cogliere appieno la portata di snodi fondamentali, mentre avere un momento di riflessione, quale la lettura di un volume può offrire, su un orizzonte più ampio rappresenta una possibilità di analisi e di giudizio su cui fondare le azioni per il futuro”. Questo il pensiero del presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, espresso in occasione di “Direzione Polo Sud” a Bernalda.
“Entrambi i casi che oggi offrono da spunto alla discussione– spiega De Filippo – rappresentano un banco di verifica per le scelte fatte dalla Regione Basilicata. Con SelSpa, abbiamo inteso mettere in piedi qualcosa in più di un semplice sistema di pianificazione energetica e incentivazione di energie rinnovabili, per far sì che le scelte energetiche fossero un tema sempre presente nella pianificazione regionale. Lo abbiamo fatto utilizzando parte delle risorse a cui la Basilicata, per le sue peculiarità, può attingere e ci aspettiamo che questa ‘sensibilità energetica’ diventi sempre più innata nella nostra realtà. Ora che l’attività della SelSpa entri nelle scuole, dopo averne invaso i tetti con pannelli fotovoltaici, rappresenta sicuramente una nuova frontiera su cui continuare a puntare”.
Altrettanta attenzione De Filippo ha riservato alla vicenda di Acquedotto Lucano, narrata nel volume “3650 giorni d’acqua” che la Spa pubblica lucana ha realizzato in occasione del decennale. “Quelle pagine raccontano una svolta essenziale per la Basilicata. Negli anni in cui si discuteva a livello nazionale sulla gestione idrica, la Basilicata è riuscita, contemporaneamente, a realizzare il proprio sogno di una gestione autonoma e unitaria del servizio idrico e garantire la gestione pubblica del servizio. Tutto questo lo abbiamo fatto in un rapporto costruttivo con la Regione Puglia, che fino a quel momento vedevamo con ‘le mani sul nostro rubinetto’ riuscendo a coniugare le esigenze di distribuzione di un bene che non ha prezzo e non ha padroni con quelle del ristoro per i territori che, a causa dell’accumulo di acqua, limitano altre proprie potenzialità e necessitano di interventi di tutela ambientale. Ebbene, la fotografia che esce da questo libro, è di una sfida vinta, una sfida che ancora non si è conclusa, ma che già viene assunta a modello. Acquedotto Lucano è diventato un modello di gestione nei tempi in cui le leggi premevano per gestioni private dell’acqua, ed ora è pronta a raccogliere le sfide che il referendum sull’acqua pubblica, alla cui riuscita abbiamo contribuito, ha posto. Parallelamente, il modello di relazioni che Basilicata e Puglia hanno saputo costruire, con l’assistenza dei governi che nel tempo di sono succeduti, è diventato il modello a cui ispirarsi per la governance del nuovo e più ampio Bacino idrografico dell’Appennino meridionale. Un processo che anche in questo caso è ancora in divenire – ha concluso De Filippo – con la necessità di fare ordine nella generale governance del sistema idrico, ma proprio per questo mettere a fuoco quanto già è stato fatto può aiutare a meglio orientarsi per le future scelte”.
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