Digilio (Fli) su situazione produttori Distretto del Vulture

“Non so se sia giusta l’analisi del Sole 24 Ore secondo cui le cause delle difficoltà che attraversa il Distretto Alimentare del Vulture sono dovute a quello che il quotidiano finanziario chiama l’ “assorbimento delle dinamiche politiche tra le componenti del Pd, con i due king maker – il governatore Vito De Filippo e il presidente del Consiglio regionale Vincenzo Folino – protagonisti di una vera e propria diarchia”. Il problema centrale resta comunque quello di capire che cosa non sta funzionando, ad anni di distanza dall’istituzione del Distretto, e quindi come aiutare gli imprenditori dei prodotti di qualità che caratterizzano il “made in Lucania”, di cui innanzitutto l’aglianico e l’olio, a raggiungere i mercati nazionali ed esteri”. E’ quanto sostiene il coordinatore regionale di Fli sen. Egidio Digilio per il quale “la prima indicazione dei produttori del Vulture, che è utile a capire cosa fare, riguarda la valorizzazione del territorio con il legame più stretto prodotto-territorio. Si tratta in primo luogo di prendere atto della denuncia dei produttori intervistati dal Sole 24 Ore sul fatto che il Distretto del Vulture non è ancora ben identificabile al punto che buyer, esportatori, grandi gruppi del commercio e della distribuzione, lo considerano in Puglia, Molise o Calabria. E’ il più grande insuccesso di ingenti risorse pubbliche spese in campagne pubblicitarie, promozionali e di informazione turistica a sostegno dell’immagine della Basilicata, insuccesso dovuto anche all’assenza di una strategia comune tra i vari e troppi enti che si occupano della promozione del “made in Lucania” persino con la presenza diversificata e frantumata in Fiere e rassegne specializzate. Eppure tutti gli istituti di indagine economica ci segnalano che al secondo trimestre 2012 i più importanti incrementi settoriali di export sono quelli prodotti dai distretti hi-tech e alimentare cresciuti, rispettivamente, dell’11,8% (contro +20,4% del primo trimestre) e del 4,7% (a fronte di +10,2%). La Regione – aggiunge Digilio – deve perciò credere di più nell’alimentare e nei Distretti (oltre al Vulture quello del Metapontino) non solo attraverso l’accelerazione dei programmi di intervento e di spesa dei Pif, i progetti integrati di filiera, che specie per i comparti vinicolo e oleario registrano grandi aspettative dei produttori. Manca una visione di insieme sullo sviluppo dell’agro-alimentare e del turismo enogastronomico perché manca un processo di governance locale in grado di mettere insieme produttori ed enti pubblici”.

BAS 05

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