“La nomina del direttore generale dell’Autorità di Bacino deve essere sottratta alla politica e deve avvenire attraverso avviso pubblico per titoli per consentire la scelta di un professionista in grado di accompagnare, con la sua competenza tecnica, l’attuazione di quella riforma (questa politica) degli enti che si occupano di gestione delle risorse idriche lucane più volte annunciata”. E’ il parere del coordinatore regionale lucano di Fli sen. Egidio Digilio.
Digilio spiega che la Regione Basilicata dovrà compiere, insieme alle Regioni Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise e Puglia “tutti gli adempimenti previsti dal Piano di Gestione delle Acque del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale, che ha come elementi essenziali: la caratterizzazione del sistema fisico ambientale, l’analisi delle pressioni e degli impatti (criticità e rischio delle acque), degli usi (potabili, irrigui e industriali) , del sistema gestionale e tariffario, delle reti di monitoraggio e controllo di tutti i corpi idrici (superficiali e sotterranei), il programma di misure ed interventi (strutturali e non strutturali), l’attuazione di un percorso di informazione e consultazione pubblica, la valutazione ambientale strategica del Piano. Si tratta di un Piano che interessa una area vasta di sette regioni, per la quale ad oggi non era stata registrata alcuna condivisione e partecipazione in materia di governo unitario della risorsa acqua e che costituisce uno “strumento incisivo” per una politica ambientale sociale ed economica eticamente sostenibile. Le caratteristiche che “connotano” e danno “forza” al distretto idrografico dell’Appennino Meridionale sono molteplici, prime fra tutte: Il trasferimento d’acqua superficiale (tra Molise/Campania, Molise/Puglia, Lazio/Campania, Campania/Puglia, Basilicata/Campania, Basilicata/Calabria); i travasi tra acque sotterranee che interessano i territori di tutte le Regioni del distretto. Finalmente, sono definiti misure ed interventi da realizzarsi nei prossimi anni, per il raggiungimento degli obiettivi ambientali e per l’attuazione della strategia unitaria per una “amministrazione virtuosa” del bene acqua che garantisca lo stesso in un’ottica di solidarietà e sostenibilità e nel contempo assicuri la fruizione secondo regole improntate sui diritti e doveri dei cittadini”.
Per il coordinatore di Fli la Giunta lucana “dimostra di non avere il coraggio riformista di mettere ordine nell’intricata rete degli enti idrici, dall’Ato, ad Acqua spa, Acquedotto Lucano, Consorzi di Bonifica, insieme all’Ente Irrigazione per Puglia, Lucania ed Irpinia. E’ ora di una svolta vera tagliando presidenze, commissari e poltrone di potere e conseguendo innanzitutto maggiori incassi dall’acqua ceduta alle regioni limitrofe”.
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