Il consigliere del Pdl nel porre l’attenzione su una sua interrogazione del 2010 con la quale chiedeva i dettagli del progetto di ‘valutazione dello stato ecologico del lago del Pertusillo’ rileva che “la Basilicata ha sete di verità”
“Sono passati ormai due anni dal 31 maggio 2010, quando presentai un’interrogazione con la quale si chiedeva un’informativa rispetto all’allarme ambientale creato da una ‘macchia nera’ localizzata nell’invaso della diga del Pertusillo, con la presenza di una particolare alga denominata ‘cornuta’ e l’incomprensibile moria della fauna ittica”. E’ quanto afferma il consigliere regionale del Pdl Gianni Rosa ricordando che “nel luglio seguente giunse dall’Arpab di Sigillito una risposta monca ed ambigua nella quale si confermava la presenza dell’alga, ma non si esplicitavano le cause dei fenomeni evidenziati, rinviando la comprensione della questione a successiva comunicazione che non ho mai ricevuto”.
“La strana moria di pesci – prosegue l’esponente del Pdl – si ripresentò anche nel 2011 e sempre nel mese di maggio riproposi un’interrogazione dove evidenziavo che la Giunta regionale con la delibera n. 2013 del 30 novembre 2010 finanziava all’Arpab il progetto di ‘valutazione dello stato ecologico del lago del Pertusillo’ con una spesa complessiva di 450 mila euro da attuare in dodici mesi. Contestualmente chiedevo se l’Arpab avesse rese noto le ragioni dei fenomeni verificatisi nel mese di maggio 2010 e i necessari provvedimenti presi, la reale situazione dei fatti, lo stato attuale del progetto approvato all’Arpab con la delibera 2013/2010. A tutto ciò bisogna aggiungere le varie richieste di documenti e del dibattito voluto e portato in Consiglio regionale. Questa lunga premessa è necessaria perchè a fronte di risposte ricevute sempre superficiali ed incomplete, bisogna ricordare che questo invaso è una delle eccellenze del Parco della Val d’Agri ricadente nella cosiddetta zona 1, cioè ad elevato interesse naturalistico e paesaggistico con inesistente o limitato grado di antropizzazione, soggetta alla massima tutela per la salvaguardia della biodiversità. Intanto la questione ambientale del Pertusillo è ancora attuale, negli ultimi giorni è anche iniziata una grossa querelle tra il quotidiano on line ‘Basilicata24.it’ che ha pubblicato una specifica inchiesta con la quale evidenzia un ‘disastro ambientale in atto’, notizia che se veritiera è estremamente grave, finita con la Regione Basilicata in una disputa legale”.
A parere del consigliere dell’opposizione “non si ha voglia di creare allarmismi, ma qualcosa non va in Basilicata dove anche l’accesso alle informazioni è ‘inquinato’ specie, quando si tratta di Arpab: un vero bubbone della Basilicata degli ultimi anni, visto ad esempio le indagini della magistratura su ‘Fenice’. Da consigliere regionale, quindi con specifiche prerogative per l’accesso agli atti della Regione Basilicata, riscontro notevoli difficoltà ricevendo poco o spesso nulla, mi chiedo: come può sentirsi un lucano, sia esso giornalista o comune cittadino, nel percepire che le verità siano celate o camuffate?”
“La Basilicata – prosegue ancora Rosa – ha sete di verità, quella verità che troppo spesso è stata nascosta o trasformata a piacimento dalla oligarchia locale. Ma i tempi sono cambiati, qualche anno fa si poteva anche cercare di nascondere i fatti ma il mondo cambia, la tecnologia è sempre più alla portata di tutti e così anche le competenze si riescono a condividere velocemente: in questo ‘l’innovazione continua’ ma grazie all’opinione pubblica, alle associazioni e ai tanti che usano la rete come mezzo di conoscenza ed informazione condivisa. Intanto, aspetto di conoscere dal presidente De Filippo e dalla sua Giunta i dettagli del progetto finanziato nel dicembre 2010, che doveva concludersi entro un anno rimarcando che fu stanziata la considerevole cifra di 450.000 euro, ma che è ancora in itinere. Ovvero, in parole povere, in ritardo e non si conoscono i motivi. Il consigliere Rosa si domanda: qualcuno in Viale Verrastro ha intenzione di tenere nascoste documenti e carte? Questo non lo so e neanche mi interessa, i cittadini lucani hanno diritto di conoscere la verità dall’oligarchia regionale, unica responsabile di questo sistema in avaria democratica”.