Il consigliere regionale del Pdl chiede lumi al presidente della Regione sui lavori di consolidamento del viadotto della Basentana e sulle opere relative alla sistemazione idraulica dei fiumi per evitare le esondazioni
Con due interrogazioni presentate oggi e indirizzate al presidente della Regione Vito De Filippo, il consigliere regionale del Pdl Mario Venezia chiede notizie sui lavori di consolidamento del viadotto della Basentana e sulle opere relative alla sistemazione idraulica dei fiumi per evitare le esondazioni.
Con la prima interrogazione, considerato che “fra i lavori vi era anche l’installazione di una gabbionata in destra del Basento per un importo di circa 40mila euro”, e che “questa gabbionata è stata interessata da uno sprofondamento parziale della stessa a due mesi dall’installazione", Venezia chiede di sapere “quale sia il motivo che ha causato lo sprofondamento della gabbionata in questione a due mesi dall’installazione; se la Regione Basilicata intenda o meno avviare uno studio idrostatico degli alvei fluviali per prevenire interventi infruttuosi; quale sia il reale stato di salute dell’altro plinto presente sulla sponda opposta a quello crollato nel 2011; su quali relazioni tecniche si sia basato l’intervento dell’ANAS; con quali tempi e modalità si accerteranno le responsabilità in questione”.
Con la seconda interrogazione Venezia fa invece riferimento all’ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3984 del 25-11-2011, che prevedeva diverse opere nel Metapontino e nelle zone di Pomarico, Ferrandina, Genzano, Irsina e Grassano, per un importo superiore ai 5 milioni di euro. Venezia chiede di sapere, in particolare: il motivo per cui nei progetti non compaiono calcoli idraulici; se nei lavori di riarginatura sia stata prevista anche la portata di piena dei fiumi; cosa la Regione Basilicata intenda fare per le occupazioni di suolo perpetrate lungo le sponde; se si ritenga opportuno calcolare la sezione di deflusso durante i lavori di arginatura; se si ritenga opportuno ricostruire gli argini nei medesimi siti di precedente collocazione; se la Regione Basilicata intenda attuare uno studio scientifico idrostatico aggiornato che permetta di mappare dettagliatamente l’alveo dei fiumi lucani; secondo quale criterio in alcuni tratti del Bradano si effettuerà il sopraelevamento solo della sponda di destra; se sia il caso di procedere ad una immediata revisione dei criteri d’intervento di tutti i progetti previsti dall’OPCM 3984”.
Per l’esponente del Pdl “come si vede dalla foto allegata lo stato di salute del viadotto Calciano 2 diventa sempre più problematico. L'affermazione nasce dalle comunicazioni di un dirigente centrale dell’ANAS che, interpellato da un tecnico, ha dato come risposta più paure che certezze. Il 3 dicembre 2012, il Condirettore Generale ing. Gavino A. Corazza, afferma che: ‘…ANAS ha effettuato tutti gli studi e le valutazioni tecniche connesse al crollo stesso da cui non sono emerse problematiche relative alla stabilità dell’opera in questione in merito a pile, pulvini ed impalcati. ANAS ha già avviato le procedure di gara per l’esecuzione dei lavori… alle quali seguirà un intervento di adeguamento della funzionalità idraulica dell’alveo. Fino all’ultimazione dei lavori, i tecnici dell’ANAS, al fine di garantire la transitabilità in sicurezza del viadotto, provvedono periodicamente, ed in particolare a seguito di eventi meteorologici significativi, ad effettuare sopralluoghi mirati, tesi ad individuare eventuali fenomeni erosivi in atto sulle pile. Si rappresenta infine che, in caso di allerta, è stata stabilita, d’intesa con la Protezione Civile di Basilicata e con la Prefettura di Matera, una procedura che prevede l’immediata chiusura al transito del viadotto’”.
“Per gli addetti ai lavori, quanto scritto – prosegue Venezia -, è allarmante per diverse ragioni: l’ANAS dice di aver effettuato le analisi del caso e tuttavia teme eventuali piogge intense e comunque sistema prima le pile e dopo l’alveo, ben conscia del fatto che un fiume mal irreggimentato può sviluppare flussi e forze ben diverse dalla normalità. Le sentinelle del caso dovrebbero essere dei provvidenziali tecnici ANAS che, consapevoli di tutto il regime pluviometrico regionale, si calano sul posto in qualsiasi momento, allertati forse dalla Provvidenza e da loro partirebbe questo fantomatico sistema preventivo che chiuderebbe al traffico la Basentana. Intanto osserviamo indignati lo sprofondamento di un lavoro terminato poche settimane fa per la modica cifra di 40.000 euro: le solite gabbionate costruite su un argine che non c’è più, perché il Basento a causa dell’antropizzazione selvaggia ha modificato il suo alveo e prende lo spazio che l’uomo gli ha negato. Ennesimo atto dell’emergenza sarà rappresentato dai lavori in via d’appalto, previsti dall’OPCM 3984, relativamente al ripristino dell’officiosità idraulica del Bradano e del Basento. Visionando i progetti mi è saltato subito all’occhio l’assoluta mancanza di calcoli idraulici per la sistemazione degli argini, seguita dalla sgradevole sensazione che nell’effettuare i lavori si terrà nuovamente conto della portata di magra e non della piena per costruire gli stessi argini pre-alluvione che nella prossima piena prima intrappoleranno l’acqua nei campi per poi distruggersi sotto lo scorrere della stessa”.
“Presidente De Filippo – conclude Venezia – i fiumi sono soffocati oltre che dalla vegetazione, dalle usurpazioni demaniali avvenute e non contrastate nei decenni precedenti, azioni che hanno ostruito la sezione d’alveo restringendo lo spazio di deflusso. A tutto questo occorre aggiungere che l’ammasso di materiale litoide e sedimenti vari ha modificato la soglia di fondo, incidendo fortemente sulla morfodinamica dei nostri fiumi. Ma la fiera dell’incompetenza non termina qui, perché a valle della ferrovia in direzione foce del Bradano, oscuro e pericoloso mi è sembrato il non aver trovato alcun criterio scientifico che giustificasse in alcuni punti l’innalzamento, previsto, di singoli tratti di argini solo su una sponda, futura ipoteca per la sopravvivenza della sponda opposta esente da analogo intervento. Presidente De Filippo voglio ricordarle che l’OPCM è stata redatta per difendere tutto il territorio e non i terreni di singoli cittadini. Spero di sbagliarmi in parte, ma non occorre essere in possesso di specifiche lauree per capire la poca chiarezza esposta nei progetti in questione e che quanto affermato è della massima gravità. Presidente De Filippo, al di là delle interrogazioni che ho presentato, la cui gravità meriterebbe di essere affrontata con la massima priorità, impegniamoci bilateralmente e con urgenza a far luce su quanto sta accadendo sotto il viadotto Calciano 2 e lungo i nostri fiumi”.