Ascoltati Donato Andrisani, presidente regionale dell’Aned e Bartolomeo Cozzoli, commissario straordinario della Casa della divina provvidenza
Situazione del centro dialisi di Tinchi, contributo ai dializzati e talassemici e situazione della Casa divina provvidenza. Sono questi i temi al centro dei lavori della quarta Commissione consiliare (Politica sociale) presieduta da Luigi Bradascio (Pp). Sugli argomenti ascoltati rispettivamente Donato Andrisani, presidente dell’Aned e Bartolomeo Cozzoli, commissario straordinario della struttura sanitaria che ha sedi a Potenza, Foggia e Bisceglie.<br /><br />“Abbiamo presentato al presidente Bradascio – ha detto Donato Andrisani – una raccolta firme dei pazienti in trattamento dialitico presso l’ospedale di Tinchi che chiedono l’apertura di un centro dialisi a Policoro per poter effettuare la terapia. A Tinchi i pazienti sono 54, riteniamo che Policoro sia la sede idonea ad effettuare la dialisi perché in questo centro vi sono tutte le strutture complesse, compresa rianimazione, emergenza ed Utic, indispensabili a chi è affetto da insufficienza renale che – ha aggiunto – coinvolge tutti gli organi. A Tinchi ormai sono rimasti pochi servizi e per questo riteniamo utile investire in un centro dialisi a Policoro, città a vocazione turistica che può raccogliere pazienti provenienti anche da altre regioni nel periodo di vacanza”.<br /><br />Il presidente dell’Aned si è detto “scettico sulla possibilità di costruire un centro dialisi nuovo a Tinchi con il project financing, cosa che comporterebbe la gestione della struttura da parte di un privato con l’attività clinica affidata invece a medici del servizio sanitario nazionale”.<br /><br />“Per quanto riguarda il contributo stabilito dalla legge regionale n.18 del 2015 – ha detto Andrisani – i dializzati, i talassemici ed i pazienti con altre malattie del sangue, non percepiscono fondi da 19 mesi. Un versamento dalla Regione è stato fatto per coprire le spese fino a febbraio 2014. I pazienti dovrebbero ricevere il contributo ogni due mesi e la situazione attuale è insostenibile. In ogni caso – ha aggiunto – la nostra associazione chiede anche che venga applicato, per quanto riguarda questo settore, il Piano sanitario regionale, attivando la rete nefrologica. In Basilicata ci sono 450 dializzati e 11 centri dialisi e manca in molti casi il supporto psicologico ai pazienti. Necessario anche investire in prevenzione, cosa che farebbe sicuramente abbassare i costi, così da poter investire in strutture ed attrezzature”.<br /><br />Il presidente Bradascio, nell’accogliere il documento presentato dal presidente dell’Aned che sarà trasmesso alla Giunta e all’assessore alla Sanità, ha sottolineato come “la prevenzione debba essere fatta per tutte le branche della medicina. In Italia la spesa complessiva per la prevenzione è solo il 6 per cento. Per quanto riguarda il contributo – ha aggiunto – su mia sollecitazione il Dipartimento ha spiegato in una nota i motivi del ritardo nella erogazione dello stesso, dovuto alla impugnazione della legge regionale. Verrà attivato un processo legislativo di urgenza per by-passare la sentenza della Corte costituzionale e arrivare ad una soluzione concreta” .<br /><br />La Commissione ha quindi ascoltato il commissario straordinario della Casa della divina provvidenza, Bartolomeo Cozzoli, sulla situazione dell’azienda, con particolare riferimento alla situazione economico finanziaria della stessa e sul percorso che si intende attuare per la cessazione anche in considerazione di eventuali ostacoli esistenti per un definitivo e risolutivo nuovo assetto aziendale.<br />“La situazione aziendale – ha detto – è difficile in quanto la struttura ospedaliera oltre ad avere accumulato un debito ingente negli anni pregressi non è in grado di tenere in equilibrio i conti per la gestione corrente. E’ un deficit che riguarda tutte le strutture esistenti di Potenza, Bisceglie e Foggia e per questo ho attivato una serie di misure per riequilibrare conti dell’azienda elaborando un programma di cessione che il Ministero dell’economia ha approvato a febbraio dello scorso anno. Le linee del piano industriale prevedono che bisogna equilibrare i conti per poi immettere l’azienda sul mercato, dare soddisfazione ai creditori con il ricavo e nel frattempo salvaguardare il più possibile i livelli occupazionali”.<br /><br />“Oggi – ha aggiunto – verrà pubblicato l’avviso a manifestare interesse per l’acquisto di questa azienda, procedura che scadrà il dieci ottobre. Se ci dovessero essere manifestazioni di interesse tutte le operazioni si concluderanno entro il 31 gennaio 2016. Se la procedura di cessione non dovesse andare a buon fine ci sarebbe il fallimento dell’azienda con la cessazione di tutti i servizi erogati e l’interruzione di tutti i rapporti di lavoro”.<br /><br />La procedura – ha detto ancora il commissario – prevede la cessione del complesso unitariamente inteso o la manifestazione di interesse per singoli rami. Verranno prioritariamente valutate quelle nel complesso e poi le altre offerte che avranno riconoscimento solo se il numero degli occupati garantiti e il controvalore garantito risulterà essere superiore a quello contenuto nel complesso unitario. Ho pensato ad un programma che, prima di arrivare alla cessione, desse una prospettiva di più lungo corso all’azienda e abbiamo negoziato con la Regione una serie di misure possibili per le quali attendiamo risposte”.<br /><br />Presenti ai lavori oltre al presidente Bradascio (Pp), i consiglieri Carmine Miranda Castelgrande, Mario Polese e Achille Spada (Pd), Giannino Romaniello e Aurelio Pace (Gm), Paolo Galante (Ri), Gianni Rosa (Lb-Fdi), Michele Napoli (Pdl-Fi) e Francesco Pietrantuono (Psi). <br /><br />L.C.<br />