DC-LIBERTAS: SCONGIURARE CORSA A “TITOLO PIU’ POVERO”

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione ai ricorsi contro il nuovo ISEE in vigore dal 1° gennaio 2015, tra cui quello sulla non computabilità (ai fini Isee) delle indennità sociali percepiti dai disabili, le due graduatorie del reddito minimo di inserimento, istituito dalla Regione, dovranno essere riviste. Se non si vuole alimentare una nuova corsa competitiva al titolo del più povero bisogna individuare una via di uscita che salvaguardi i diritti acquisiti dagli attuali 3.200 beneficiari del reddito minimo di inserimento, come dei 1.500 ex Copes, esclusi o penalizzati per via della nuova disciplina Isee. Lo sostiene una nota della DC-Libertas a firma del segretario regionale Giuseppe Potenza secondo cui c’è una forte analogia e sintonia tra il Reis (Reddito di inclusione sociale), sostenuto dall’«Alleanza contro la povertà in Italia», un cartello di una ventina organizzazioni promotrici (tra cui Acli, Caritas, Action Aid, Anci, Cgil Cisl Uil, Cnca, Sant’Egidio, Confcooperative, Banco Alimentare, Forum del Terzo settore, Save the children) e il “reddito minimo di inserimento», istituito dalla Regione Basilicata. Si tratta perciò di lavorare congiuntamente per dare innanzitutto concretezza ad un provvedimento molto atteso dalle nostre comunità. Il punto di partenza è che le indennità sociali non contribuiscono a formare la base di reddito utile al calcolo dell’indicatore della situazione economica equivalente. Secondo la Dc è da tempo depositato in Parlamento un disegno di legge (primo firmatario l'on. Giorgio Santini) sostenuto dall'Istituto don Luigi Sturzo da cui trarre spunto per una normativa regionale che si basa sostanzialmente su tre pilastri, ciascuno dei quali contribuisce in diversa misura a ridurre il costo dei servizi per la famiglia attraverso un unico titolo di credito: 1) le famiglie che acquistano a costo agevolato i servizi; 2) le imprese che erogano a costi agevolati prestazioni di welfare aziendale ai propri dipendenti o le banche in favore dei propri clienti; 3) le amministrazioni regionale e locali che erogano servizi alla persona a favore di persone bisognose e svantaggiate o servizi di conciliazione ai destinatari delle politiche del lavoro attraverso i servizi pubblici e privati del lavoro. In sintesi gli obiettivi della nostra proposta: rendere sostenibile un moderno sistema dei servizi alla persona attraverso la responsabilizzazione, il coinvolgimento e la valorizzazione di tutti i soggetti pubblici e privati del settore sociale e delle imprese al fine di mobilitare risorse aggiuntive a quelle pubbliche; far fronte all’incremento della domanda di servizi alla persona determinato dall’invecchiamento della popolazione, dall’aumento delle persone non autosufficienti, dalla maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e dalla crescita di famiglie monoparentali; disporre di un modello universale, flessibile e personalizzato di voucher per l’erogazione dei servizi alla persona nel quale convergano gli analoghi sistemi gestiti dallo Stato, dalle regioni, e dai comuni.
Pur riconoscendo al Governo Renzi il merito di costruire le condizioni affinché nel nostro paese si possa gradualmente arrivare all’introduzione di una misura nazionale con il profilo del Reis – afferma Giuseppe Potenza, Dc – l’approvazione dell’attuale testo del disegno di legge delega, però, allontana l’obiettivo. E’ forte nel Paese la sollecitazione di una profonda revisione, attraverso un ampio confronto pubblico tra Governo, Parlamento e soggetti sociali. Si tratta, prioritariamente, di separare gli atti sulla lotta alla povertà da quelli sulla revisione dell’assistenza. Il riordino delle prestazioni assistenziali, pur necessario, deve essere vincolato ad una vera riforma del welfare, con l’obiettivo di ampliare e rendere più efficace il sistema di protezione sociale. Tuttavia, poiché il complesso della spesa assistenziale coinvolge ben più persone e interessi rispetto alla povertà, se le due problematiche non venissero scisse la gran parte del dibattito sulla delega non riguarderebbe i poveri bensì la revisione della spesa.

BAS 05

    Condividi l'articolo su: