D'Amico (Cisal Matera) su aumento spesa dirigenza pubblico impiego

"Passare agli onori della cronaca perché la Corte dei Conti ha evidenziato un aumento superiore al 5.000 % tra il 2014 ed il 2016 in merito alle indennità di risultato elargite ai dirigenti del pubblico impiego lucano dovrebbe far riflettere e non poco, sulla oramai indifferibile necessità di azzerare una storia vissuta e fatta di soprusi, di una crescita della povertà",  "e di riprendere un cammino di impegno sociale e politico che faccia fare finalmente un salto di qualità alla Basilicata". E’ quanto dichiara in una nota Luigi D’Amico, segretario provinciale della Cisal di Matera, il quale afferma che "è inaudito che in presenza di famiglie che non riescono a sbarcare il lunario si debba assistere ad un aumento della spesa per gli stipendi dei pochi dirigenti rimasti nel pubblico impiego". "
Ecco perché – aggiunge D'Amico –  in questo momento particolare della vita politica lucana occorre che il prossimo Consiglio Regionale di Basilicata sia composto da persone affidabili, capaci di amministrare e di gestire la Regione Basilicata con impegno e serietà, partendo dal presupposto che vi sono condizioni e risorse economiche, ambientali, sociali e paesaggistiche che possono essere meglio utilizzate per uno sviluppo organico che diano risposte non ai soliti noti ed amici dei noti, ma soprattutto alle famiglie meno abbienti, ai disoccupati neo e di ritorno, ai piccoli imprenditori (partite iva) che non ce la fanno più e che sono stati abbandonati al loro triste destino da una politica che ha pensato più al proprio e particolare tornaconto che a quello della collettività. Infatti, oramai la cronaca giudiziaria e quella più recente della Corte dei Conti fanno passare un messaggio mediatico di una Basilicata dove i ruoli istituzionali vengono utilizzati per scopi personali e di pochi intimi, a scapito di un triste primato di regione sempre più povera ed emarginata. La prossima tornata elettorale deve essere ricordata come il punto di partenza di un cammino che porti la Basilicata dove le compete e cioè tra le regioni con primati positivi e non come lo è adesso tra le regioni agli ultimi posti in termini di sviluppo economico, sociale, produttivo ed occupazionale. E per raggiungere questi nobili ed inderogabili obiettivi, conclude D’Amico, occorrerà che i lucani si scrollino di dosso condizionamenti di vassallaggio nei confronti dei potenti di turno e si riapproprino finalmente del loro futuro, senza mai più consegnarlo nelle mani di gente sena scrupoli e senza pudore".

Bas 05

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