Per il consigliere del Pd “quello sceso in piazza è un popolo che urla perché spinto sull'orlo di un abisso in fondo al quale vi sono rinunce, sacrifici e diritti negati, e oltre il quale non si intravede lavoro, sviluppo e crescita del Paese”
"Stupisce la dichiarazione della presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, secondo la quale – dice Dalessandro – l'anomalia dello sciopero organizzato dalla Cgil è che si è tenuto nel momento in cui la manovra non è stata votata e non ha ancora la sua forma definitiva, e pensare che la massiccia adesione dei lavoratori rappresenti solo un momento di sfogo sociale, vuol dire non aver colto il segnale di cambiamento che infiamma il Paese"
"Non avrebbe avuto senso attendere l'approvazione del provvedimento -sostiene Dalessandro – perché il disprezzo manifestato verso i lavoratori da parte di autorevoli esponenti del Governo nel dichiarare l'assoluta indisponibilità a ritirare il contestato articolo 8 dalla manovra, anziché raccogliere l'invito del Capo dello Stato, spinge il Paese verso un conflitto sociale. Evidentemente non ci si è resi conto che quello sceso in piazza è un popolo che urla perché spinto sull'orlo di un abisso in fondo al quale vi sono rinunce, sacrifici e diritti negati, e oltre il quale non si intravede lavoro, sviluppo e crescita del Paese. Anziché tassare i grandi patrimoni e far pagare a chi può pagare – rileva il consigliere del Pd – si è scelto di colpire i più deboli e ci si è inventato l'articolo 8 il cui unico scopo è quello di dividere il sindacato e i lavoratori".
"Anche la piazza di Matera – conclude Dalessandro – si è animata di un malessere che va ascoltato, e affinché la Basilicata non resti spettatrice inerte della disgustosa rappresentazione del Centrodestra dovrà assumere un nuovo protagonismo nella sfida per la crescita e lo sviluppo del territorio".