Csail: rinvio avvio Tempa rossa non ci ha sorpreso

L’annuncio della Total del rinvio al 2018 della produzione di Tempa Rossa non ci ha sorpreso perché in buona parte prevedibile per gli effetti della quotazione internazionale del greggio e della situazione che si è determinata a Taranto. Piuttosto è necessario che Regione, Comuni interessati (Corleto, Gorgoglione), associazioni di imprese e sindacati, comitati popolari si occupino di ogni passaggio ulteriore senza delegare solo alla Total della gestione di questi due anni e pochi mesi che precede l’avvio di Tempa Rossa.
E’ questa la posizione del Csail affidata ad una nota del presidente Filippo Massaro.
Nello specifico – si aggiunge – si tratta di vigilare sulla fase di prosecuzione dei lavori perchè il management della società internazionale ha confermato che il programma di investimenti non avrà pause e quindi tenere gli occhi aperti su appalti e assunzioni perché non penalizzino imprese e manodopera locali e perché tutto avvenga secondo le autorizzazioni concesse in materia ambientale e di tutela del territorio e della salute pubblica. Non c’è controllo che basti.
Nel ricordare che il Csail, a differenza di altri soggetti, non si è mai opposto pregiudizialmente all’estrazione di idrocarburi dal sottosuolo del comprensorio del Sauro, Massaro aggiunge che il rinvio potrebbe risultare utile per guadagnare tempo sul fronte della contrattazione di tutte quelle misure che riguardano da una parte il pieno rispetto della salvaguardia dei diritti delle comunità locali e dall’altra le cosiddette contropartite che non possono risolversi, come sinora è accaduto, con elargizioni episodiche a favore di progetti che non hanno lasciato alcun segno nell’economia locale.
Anche il riferimento ai fenomeni franosi che viene dai dirigenti Total – è scritto nella nota – merita precisazioni e spiegazioni perché se non sono risolti pregiudicherebbero presente e futuro del Sauro che oltre al dissesto del suolo è esposto al rischio sismico. Per il presidente del Csail il Programma Tempa Rossa è solo un’ ulteriore testimonianza che il decreto Sblocca Italia contro il quale il Consiglio Regionale ha deciso il ricorso attraverso il referendum è ben più complesso della semplice autorizzazione a nuovi permessi di ricerca e di estrazioni. Tutta la partita petrolio – dice Massaro – richiede l’esigenza di attrezzarsi, a livello regionale, con una struttura adeguata in capacità politiche, manageriali, tecniche e professionali per tenere il confronto con le compagnie ad ogni livello ed i ogni fase. Per quanto ci riguarda non sono certamente i 200 posti di lavoro previsti con l’entrata in funzione dell’impianto che posso soddisfarci.

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