Crisi Stellantis e indotto: Bardi chiama Urso

Colloquio telefonico tra il presidente e il ministro per fare il punto sulle principali vertenze industriali locali. "Seguo con attenzione la vicenda di Teknoservice e Logitech. Il ministro Urso è impegnato a trovare una soluzione che va nella direzione di tutela dei posti di lavoro".

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Il presidente della Regione, Vito Bardi, commissario per l'emergenza idrica

La strategicità del sito produttivo Stellantis di Melfi, le prospettive di rilancio dello stabilimento e lo stato di salute dell’indotto sono stati i temi centrali del colloquio telefonico odierno tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi. L’incontro è stato anche un’occasione per un punto sulle principali vertenze industriali locali e per discutere le prospettive di sviluppo economico e produttivo del territorio. Questo colloquio rientra nel ciclo di confronti preparatori in vista del Tavolo Stellantis del 17 dicembre, che il ministro Urso sta conducendo con i rappresentanti delle Regioni che ospitano gli impianti del Gruppo.

“Sto seguendo con attenzione la crisi che sta attraversando il settore. Il gruppo Stellantis – dice il presidente Bardi – sta mettendo a rischio anche i lavoratori dell’indotto di San Nicola di Melfi: in 90 hanno già ricevuto le lettere di licenziamento e in queste ore i lavoratori di Teknoservice e Logitech sono stati in sit-in davanti all’azienda, mentre questa mattina, a Roma, è in programma un incontro presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy con azienda e sindacati. Il ministro Urso – aggiunge Bardi – è impegnato a trovare una soluzione che va nella direzione di tutela dei posti di lavoro. Come Regione Basilicata convocheremo nei prossimi giorni un incontro con datoriali e sindacati e stiamo mettendo in atto una serie di misure per garantire una riduzione dei costi energetici per Stellantis finalizzata ad aumentarne la competitività. Ai lavoratori e alle loro famiglie va tutta la nostra vicinanza oltre che la nostra solidarietà”.

 

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