Coronavirus, Italia viva: sostegno di 1000 euro a sanitari lucani

I consiglieri Polese e Braia, insieme ad altri dirigenti del partito, chiedono a Bardi “di intervenire direttamente con un sostegno regionale, così come già fatto dal presidente dell'Emilia Romagna Bonaccini e chiarezza su ospedale Villa d'Agri”

“Facciamo nostra la proposta dei gruppi alla Camera e al Senato di Italia Viva di sostenere con mille euro a testa tutti i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari che da settimane sono in prima linea a difesa della popolazione nell'emergenza del Covid 19”.

E' quanto sostengono congiuntamente, i consiglieri regionali Luca Braia e Mario Polese, il deputato lucano Vito De Filippo i coordinatori provinciali, Alessia Calabrese, Valentina Celsi, Fausto De Maria e Mauro Marino, i coordinatori cittadini di Potenza, Jessica Boccia e Vincenzo Telesca insieme ai componenti dell'Assemblea nazionale di Iv, Maria Antezza, Italo Cantore, Carmine Lisanti, Ilenia Magaldi, Rossella Spagnuolo, Giovanni Vita.

I dirigenti di Italia Viva poi si rivolgono al presidente della Giunta regionale Vito Bardi: “Chiediamo al governatore lucano, al netto della proposta nazionale, di intervenire direttamente con un sostegno regionale, così come già fatto dal presidente dell'Emilia Romagna Bonaccini, al fine di rendere operativo nell'immediato un sostegno per tutti gli addetti alla sanità lucana che in molti casi stanno provvedendo a loro carico al sostegno di spese per le quarantene extra domiciliari. Sarebbe un segnale concreto per dimostrare con i fatti che le istituzioni sono al fianco di chi realmente ogni giorno mette a rischio la propria salute al servizio del bene collettivo”.

“Altra questione a cui va data immediata risposta – concludono – è quella di fare chiarezza sull’ospedale di Villa d’Agri che a seguito dei casi infetti registrati settimane fa ancora non è tornato a pieno regime. In troppi sono assolutamente sconcertati da questa situazione e dalla mancanza di comunicazione su un presidio ospedaliero vitale per un territorio delicato come la Val d'Agri che è stato declassato in piena emergenza in un mero poliambulatorio con dipendenti che sono costretti a stare a casa senza alcuna certezza del come e quando potranno tornare a lavorare”.

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