Contratti di rete, Napoli: superare il nanismo aziendale

“Contratti di rete tra le aziende: forte crescita nel 2017, ma non in Basilicata, dove l’incidenza resta al di sotto della media nazionale”

&ldquo;Sono quasi 29mila le aziende che in Italia aderiscono a contratti di rete, vale a dire 48 imprese ogni 10.000 imprese registrate, con un forte incremento nel 2017, durante il quale sono stati attivati ben 1229 contratti di rete, ma in Basilicata l&rsquo;incidenza di questo strumento &egrave; ancora sotto la media nazionale rilevandosi 43 imprese in rete ogni 10000 imprese registrate&rdquo;.<br /><br />A dichiararlo, in una nota, il consigliere regionale, Michele Napoli, sulla base delle risultanze di un Rapporto dell&rsquo;Ufficio Studi di Confartigianato pubblicato ieri, su dati Unioncamere &ndash; Infocamere.<br /><br />&ldquo;A quasi nove anni dalla loro introduzione – ha spiegato Napoli – i contratti di rete continuano a diffondersi con grande rapidit&agrave; nel tessuto produttivo italiano, perch&eacute; considerati da molti imprenditori lo strumento operativo attraverso il quale aumentare la capacit&agrave; di competere ed innovare delle Pmi, rispondendo cos&igrave; alle sfide sempre pi&ugrave; difficili che i nuovi scenari economici pongono loro di fronte&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Per molti anni – ha aggiunto Napoli – il nostro sistema economico,&nbsp; che trovava la propria forza sull&rsquo;elevata specializzazione produttiva, &egrave; stato avvantaggiato dalla presenza di piccole e medie imprese proprio perch&egrave; incentrato sulla capacit&agrave; di &lsquo;saper fare&rsquo; di artigiani e piccoli imprenditori, tutto ad un tratto, per&ograve;, il mondo &egrave; cambiato per effetto della globalizzazione e quello che fino ad allora ha rappresentato il nostro punto di forza si &egrave; trasformato nel nostro tallone d&rsquo;Achille. Oggi l&rsquo;affermarsi di un mercato basato sempre pi&ugrave; su produzioni di larga scala e la necessit&agrave; di competere in una dimensione globale dell&rsquo;economia rendono anacronistico il motto &lsquo;Piccolo &egrave; bello&rsquo;, che, se non superato, rischia di acuire le difficolt&agrave; dei sistemi economici, come quello lucano, rappresentati per oltre il 98 per cento da piccole e medie imprese&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Fare rete &ndash; a parere del Vice presidente del Consiglio regionale – consente alle aziende associate, senza che siano obbligate a fondersi e senza creare un nuovo soggetto giuridico, quegli investimenti in innovazione di processo o di prodotto e quelle azioni di marketing e di comunicazione che le imprese, da sole, non riescono ad intraprendere , bench&egrave; fondamentali per la crescita dei sistemi produttivi&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Come ha giustamente sostenuto qualche artigiano – ha ricordato Napoli &ndash; non possiamo uscire dalla crisi utilizzando gli stessi strumenti con i quali ci siamo entrati, di qui la necessit&agrave; da parte della nostra Regione di prevedere incentivi in favore delle imprese che utilizzano questo strumento operativo, in grado, per davvero, di contribuire a superare il fenomeno delle dimensioni ridotte delle aziende, vero fattore di diseconomia della nostra regione&rdquo;.<br />

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