Contenzioso, Perrino: Basilicata Regione pasticciona

Il consigliere regionale del M5s ha presentato un’interrogazione per sapere “quali azioni il governo regionale intende adottare per ridurre costantemente gli oneri da contenzioso” e conoscere i dati relativi alle controversie giudiziarie in essere

&ldquo;Regioni, Province e Comuni italiani spendono 1039 milioni di euro perch&eacute; risultano soccombenti in giudizio. Anche la Regione Basilicata &egrave; tra le Regioni che alimentano questa cifra impressionante: stando allo studio dell&rsquo;Istituto Demoskopika (dal titolo &lsquo;Pasticcione, equilibriste, pignole: le regioni italiane alla prova dell&rsquo;esborso da contenzioso&rsquo;) elaborato sulla base dei dati della Ragioneria dello Stato (Siope, Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici), la sola Regione Basilicata ha sostenuto dal gennaio 2010 al dicembre 2015 &lsquo;oneri da contenzioso e sentenze sfavorevoli (esclusa obbligazione principale)&rsquo; pari a ben &euro; 48.831.944,15 (che &egrave; oltre il 90% dei 54 milioni di euro complessivamente indicati nel predetto studio di Demoskopica per tutti gli enti territoriali della Basilicata)&rdquo;. Alla luce di questi dati il consigliere regionale del Movimento cinque stelle Giovanni Perrino ha presentato un&rsquo;interrogazione al presidente della Regione Marcello Pittella per sapere &ldquo;quali azioni intende adottare per ridurre costantemente gli oneri da contenzioso&rdquo; e conoscere i dati relativi alle controversie giudiziarie in essere.<br /><br />Perrino ricorda che &ldquo;i dati Siope per la Regione Basilicata evidenziano due valori &lsquo;picco&rsquo; di importi molto rilevanti: nel mese di dicembre 2013 (21.464.236,56 euro) e a marzo 2015 (11.953.610,84 euro), valori che sommati sono il 68% di tutta la spesa complessiva sostenuta per oneri di contenzioso sostenuti dalla Regione Basilicata dal 2010 al 2015. Nel 2012 era stata addirittura istituita dall&rsquo;ex governatore De Filippo una &lsquo;task force&rsquo; all&rsquo;insegna della tanto osannata &lsquo;spending review&rsquo; e finalizzata &lsquo;alla definizione dei fabbisogni standard, dei programmi di spesa dei Dipartimenti regionali ed all&rsquo;analisi dei diversi capitoli di articolazione del bilancio regionale, al fine di individuare duplicazione, sprechi, risorse, bloccate o assegnate per obiettivi non pi&ugrave; attuali&rsquo;. Ma quale &lsquo;spending review&rsquo;? Nonostante il tentativo messo in campo, la Basilicata risulta essere una Regione &lsquo;pasticciona&rsquo; con esborsi tripli rispetto al resto d&rsquo;Italia. Urge, quindi, una vera riduzione di sprechi, pi&ugrave; volte annunciata dallo stesso Pittella (ma finora mai concretizzatasi)&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Siamo curiosi di conoscere quando verr&agrave; attuata questa vera &ldquo;spending review&rdquo;. Nel frattempo &ndash; afferma ancora Perrino -, chiediamo delucidazioni su quegli anomali &ldquo;picchi&rdquo; di spesa per il contenzioso registratisi nei mesi di dicembre 2013 e aprile 2015: vogliamo capire come si sta muovendo la Regione Basilicata per applicare alla sua macchina amministrativa le &ldquo;best practices&rdquo; attuate dalle regioni con costi di contenzioso inferiori alla media nazionale, attivando, magari, i previsti istituti preventivi, deflattivi e conciliativi del contenzioso. La nostra curiosit&agrave; &egrave; quella di migliaia di lucani, molti tra i quali hanno fatto richiesta per quello che Pittella sbandiera come &lsquo;Reddito minimo di inserimento&rsquo; e che, vista l&rsquo;esiguit&agrave; di risorse stanziate a fronte delle numerosissime richieste, rischia di essere un&rsquo;elemosina occasionale ed &ldquo;una tantum&rdquo; destinata a pochi &lsquo;fortunati&rsquo;&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Uno degli obiettivi dichiarati del M5s &ndash; conclude Perrino – &egrave; quello di ridurre i costi della politica. Oltre 42 milioni di rimborsi elettorali cui il M5s ha rinunciato, mentre gli altri partiti si sono divorati 91 milioni di euro. Tutti i portavoce eletti nei vari livelli istituzionali si tagliano parte dello stipendio e delle diarie per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro (tramite, ad esempio, il microcredito) e finanziare direttamente sui territori progetti di utilit&agrave; sociale. Sia con i propri portavoce che con gli attivisti, ovunque il M5s sta dimostrando come i bilanci di Stato, ma anche di Comuni, Province, Regioni, societ&agrave; pubbliche (le famose &lsquo;partecipate&rsquo;) siano disseminati di enormi sprechi e inefficienze, oltre ai soliti intollerabili privilegi: vi &egrave; un&rsquo;enormit&agrave; di risorse e denari pubblici che potrebbe essere meglio utilizzata per garantire i diritti dei cittadini (su tutti, salute e istruzione) oltre che per risolvere problemi che si trascinano da decenni (trasporti, case popolari, solo per citarne alcuni), potenziando i servizi pubblici essenziali nell&rsquo;interesse esclusivo delle comunit&agrave;&rdquo;.&nbsp;

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