In una conferenza stampa Rosa e Pagliuca chiedono perché dopo tre anni non sono ancora stati ricostituiti gli organi consortili ed avanzano forti dubbi sul risanamento finanziario voluto dalla Giunta. Presenti anche Castelluccio, Pici e Becce
Il Consorzio industriale di Potenza “è un carrozzone che produce solo debiti. La politica agisce sull’Asi rendendolo un suo strumento e noi del Pdl non ci faremo prendere in giro e continueremo a denunciare le tante porcherie che il governo regionale sta facendo, avendo buttato dalla finestra 33 milioni di euro per finanziare la cattiva gestione dell’ente”. Lo ha detto il consigliere regionale Gianni Rosa nella conferenza stampa indetta oggi dal Pdl per denunciare “gli sprechi di una gestione commissariale che dopo tre anni non ha ancora neanche provveduto a ricostituire gli organi consortili”.
“A questo punto, dopo i tanti commissariamenti che non hanno mai risanato conti dell’ente – gli ha fatto eco il capogruppo Nicola Pagliuca – sarebbe meglio che le aree industriali fossero gestite direttamente dai Comuni, anche se è difficile visto che in Puglia, dove hanno provato a chiudere i Consorzi industriali, è intervenuta poi la Corte costituzionale negando questa possibilità”.
“La crisi dei Consorzi Asi nasce da lontano – ha spiegato Pagliuca – dovevano promuovere le aree industriali con servizi a costi contenuti finendo per diventare invece una sovrastruttura che appesantisce i rapporti con le imprese. E in Basilicata più che altrove, visto che gli imprenditori sono costretti a pagare due volte gli oneri di urbanizzazione. L’Asi di Potenza è un soggetto che prolunga i tempi della burocrazia e moltiplica i costi per le imprese, e la Regione non si ripiega a risolvere il problema, proponendo come auspichiamo da molto tempo e come saremmo disponibili a valutare un piano industriale con obiettivi di medio e lungo periodo, ma si limita invece ad andare in soccorso al Consorzio con una ‘operazione bancomat’ che è solo una presa in giro. Si continua cioè ad inseguire il problema senza intravedere la soluzione”.
I numeri del Consorzio industriale di Potenza contestati dal Pdl li ha spiegati dettagliatamente Gianni Rosa, che ha parlato dei 16,750 milioni di euro (oneri complementari compresi) che la Regione ha dato all’Asi per acquisire una serie di capannoni per il progetto Basilicata innovazione e la Fiera (“E’ normale – si è chiesto – che i fondi comunitari per la ricerca vengano utilizzati per acquistare capannoni, immediatamente poi affittati allo stesso Consorzio, e che a distanza di cinque anni sono ancora vuoti?”), a cui si aggiungono i milione di euro stanziato con un emendamento all’assestamento di bilancio 2012 e gli altri 15 milioni che nel corso degli anni la Regione stanzierà per finanziare un mutuo del Consorzio industriale. In tutto circa 33 milioni di euro, a cui si aggiunge “il maxiappalto di 22 milioni di euro per concedere a terzi la gestione dei depuratori di Melfi e Viggiano – ha aggiunto ancora Rosa – con la prima gara andata deserta e con dei conti – 4 milioni di euro all’anno per la gestione a fronte di 1,6 milioni di euro di ricavi – che non sono affatto appetibili per le imprese. A meno che non si voglia immaginare un tale aumento delle attività che viene sconsigliato dall’Asp per ragioni ambientali e di salute”.
Dalla lettura degli atti in loro possesso (“Mancano i bilanci – ha detto Rosa – che abbiamo chiesto più volte e che non ci hanno ancora dato”), i consiglieri del Pdl hanno ricavato che il Consorzio ha debiti per circa 37 milioni di euro e un deficit di 7 milioni all’anno, ma spende 170 mila euro per l’illuminotecnica del Ponte Musumeci, 20 mila euro per una consulenza legale per il bando del depuratore (in presenza di un’altra consulenza legale) e 10 mila euro per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Per non parlare del personale dell’ente, una struttura di 46 dipendenti, 4 dirigenti e un direttore generale.
E proprio sulla scelta del direttore generale dell’Ente, Rocco Liccione, si sono concentrate le critiche dei consiglieri del Pdl. Per Pagliuca “non ha senso in quanto ha sostanzialmente le stesse funzioni del commissario”, mentre per un altro esponente del Pdl, Nicola Becce, Liccione, che è anche consigliere comunale del Pd nel capoluogo, “avrebbe fatto bene a dimettersi come ha fatto il suo collega chiamato a dirigere un Dipartimento della Regione”. Becce ha infine espresso preoccupazione “anche per la pericolosità dell’area ex Cip Zoo, sulla quale sarebbe giusto sapere cosa vuol fare la Regione”.