La consigliera regionale di Parità Maria Anna Fanelli e le consigliere provinciali Liliana Guarino di Potenza e Stefania Draicchio di Matera esprimono piena soddisfazione e condivisione per l’interrogazione a risposta scritta avanzata dalla senatrice Maria Altezza. "Infatti – si legge nella nota – la senatrice ha tempestivamente richiesto di rivedere l'accordo siglato da Poste italiane spa e da alcune organizzazioni sindacali, nel giugno scorso, con il quale vengono fortemente penalizzati oltre 35.000 lavoratrici e lavoratori, tra i quali le donne in maternità, dichiarando peraltro che a seguito di tale accordo le lavoratrici in maternità, al pari dei lavoratori infortunati sul luogo di lavoro, dei malati di gravi patologie e di chi subisce ricoveri in ospedale, non avrebbero pertanto più diritto al bonus, pari a 140 euro annui, a meno che non decidano di violare la legge e di presentarsi al lavoro anche quando obbligati a stare a casa. Dal momento che le donne rappresentano circa il 53 per cento del personale di Poste italiane Spa, contribuendo con le proprie competenze e professionalità alla crescita e alla valorizzazione dell'azienda e considerato che l'azienda ha ricevuto nel 2007 il 'Bollino Rosa Sono’ , ossia ‘Stesse Opportunità Nuove Opportunità', promosso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che certifica le buone prassi in termini di strategie e pratiche aziendali di Poste Italiane Spa tendenti alla valorizzazione della presenza e delle competenze femminili, giustamente la Senatrice ha chiesto con la sua Interrogazione: che vengano verificate le violazioni e le gravi discriminazioni poste dall’accordo; di far sì che poste italiane adotti la revisione dei contenuti dell’accordo del 12 giugno 2012 per garantire, con assoluta certezza, l’accesso al “bonus presenza” almeno alle lavoratrici dell’azienda, in astensione obbligatoria per maternità e ai lavoratori infortunati sul luogo di lavoro; infine, in caso di mancata revisione dell’accordo di intervenire con urgenza per revocare all’azienda il riconoscimento del bollino rosa. Le Consigliere Regionali e Provinciali di Parità della Basilicata concordano nello stigmatizzare ancora l’accordo del 12 giugno 2012, che costituisce una grave discriminazione collettiva e rinnovano le richieste di intervento”.
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