CONFESERCENTI: A POTENZA “SERRANDA SELVAGGIA” RICORDO DEL PASSATO

“Serranda selvaggia”, il fenomeno di chiusura diffusa tra i negozi (specie alimentari) durante il periodo di ferragosto, a Potenza è solo un ricordo del passato.  Perché nel capoluogo, dal centro storico alle nuove strade dello shopping (via del Gallitello su tutte) per ferie non si chiude più. Se non nei giorni quasi obbligati intorno a Ferragosto. E anche allora neppure tutti. La tendenza è sottolineata da Confesercenti Potenza come “ulteriormente consolidata” nel Ferragosto 2016 anche se – sottolinea Prospero Cassino – non è più una novità.  In prima fila i negozi di abbigliamento. In questo periodo di saldi – afferma ancora il direttore Confesercenti Antonio Palumbo – molti negozi del centro storico, soprattutto nel settore dell’abbigliamento, preferiscono frazionare le ferie dei dipendenti pur di mantenere le saracinesche alzate. Ciò – continua – è sicuramente dettato dalla mancata impennate delle vendite durante i saldi estivi, ma anche dalla speranza di intercettare quei turisti, da noi a Potenza emigrati di rientro o amici, ospiti di famiglie potentine, che con l’occasione dei saldi puntano sui capi di qualità del Made in Italy ad un prezzo d’occasione. E poi – dice Cassino – prendiamo atto che la città non  è più spopolata come negli anni ottanta-novanta. La controprova? I ristoranti del capoluogo che hanno lavorato bene a Ferragosto e che saranno aperti ancora senza interruzione di servizio per tutto agosto. Gli unici che hanno “staccato la spina” quelli che si occupano del pranzo per impiegati, lavoratori e studenti che sono adesso in ferie.
Per Confesercenti un altro dato riguarda i super ed ipermercati che a differenza di altre realtà territoriali nel Potentino sono rimasti chiusi a Ferragosto. Noi della Confesercenti – affermano Cassino e Palumbo – siamo decisamente contrari alle aperture durante le grandi festività ed abbiamo promosso la campagna “Libera la domenica” per ridurre le aperture anche di domenica . Un'esigenza puramente commerciale – dicono – che mortifica il senso della famiglia e calpesta il valore delle festività in favore dei centri commerciali. Ovviamente, senza una precisa regolamentazione a livello istituzionale, tutto va a scapito dei piccoli negozi cittadini. Ma quello che ci rattrista di più è il cliente che il giorno di Ferragosto va a fare la spesa, come se il territorio non avesse di meglio da offrire. Ormai la gente è condizionata da questo fenomeno commerciale.

    Condividi l'articolo su: