“Il processo di riordino del sistema sanitario in Basilicata se da un lato deve fare i conti con i numeri dell’economia generale, dall’altro deve tenere presente le necessità specifiche dei cittadini e dei rispettivi territori”. Per il consigliere di Potenza condivisa, Vincenzo Lofrano, la sanità lucana è agli inizi di una rivoluzione generale, in cui i principi ispiratori delle decisioni devono essere calibrati sui bisogni che arrivano dai lucani”.
Il riordino del sistema sanitario regionale – dichiara Lofrano – si rende necessario alla luce della legge nazionale 161/2014 e il D.M. 70, nell’ottica di assicurare prestazioni sanitarie efficaci con le risorse disponibili. Proprio in questo processo, alla luce delle difficoltà insite nella ristrettezza dei fondi a disposizione, è d’obbligo ragionare e verificare in ogni singolo aspetto quali siano i bisogni di salute dei cittadini, che possono essere, semplificando, di tipo acuto, più o meno complessi, e cronici. I bisogni acuti ritengo debbano trovare risposte in una rete ospedaliera che mantenga, soprattutto per l’orografia del nostro territorio, gli attuali presidi, in linea con quanto viene indicato come prioritario dal decisore regionale, ma rispettando una scala della intensità di cura. Questo per coniugare insieme l’utilizzo migliore delle limitate risorse che abbiamo a disposizione e, di pari passo, garantire la sicurezza del paziente, individuando strutture di eccellenza, a partire sicuramente dal nostro ospedale San Carlo, vuoi per capacità del management direttivo vuoi per attrezzature e professionalità. Va in questa direzione l’annuncio che la Reumatologia del San Carlo diventerà un IRCCS (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico), e che è in corso di svolgimento il bando per assumere quattro ricercatori”.
“La vera sfida – conclude Lofrano – resta la risposta alla cronicità che non può che essere soddisfatta sul territorio, puntando sul medico di famiglia organizzato nelle AFT (Aggregazioni funzionali territoriali), investendo risorse in strutture, formazione, personale amministrativo e soprattutto infermieristico. Questo consentirebbe di praticare anche medicina di iniziativa e ambulatori dedicati alle patologie croniche a maggiore prevalenza, tipo diabete mellito, bronchite cronica ostruttiva, ipertensione arteriosa, riducendo e razionalizzando in misura significativa il ricorso alle strutture ospedaliere, con risparmi e riduzione dei tempi di attesa”.
Bas 05