“Sulla stampa locale qualche giorno fa è comparso il titolo ‘Il ponte metafora della città’, una frase che ritengo debba essere uno spunto di riflessione per tutti, amministratori e cittadini”, dichiara il consigliere comunale del gruppo ‘Potenza condivisa’ Vincenzo Lofrano. “Il ponte cui si fa riferimento è il Ponte attrezzato, che consente alla nostra città di detenere il record del sistema di scale mobili più lungo d’Europa, purtroppo attualmente, speriamo momentaneamente, chiuso perché mancano i soldi per pagare la ditta che si occupa della manutenzione. ‘Quell’enorme serpente giace lì al buio’ continua l’articolo ‘metafora perfetta della situazione in cui vive il capoluogo, rassegnato all’incertezza e in attesa di capire quale sarà il suo destino’. “Che la nostra comunità viva un momento estremamente difficile è sotto gli occhi di tutti: difficile da un punto di vista politico, economico e sociale. Politicamente l’anatra zoppa, nonostante gli sforzi di tanti, non è stata superata con la conseguenza di avere poca chiarezza di ruoli e compiti. Se tuttavia discutiamo oggi delle condizioni della nostra città e di prospettive future è perché la politica, nonostante le difficoltà, non ha gettato la spugna. Un gruppo di consiglieri ha chiesto al sindaco di ritirare le sue dimissioni offrendo sostegno in cambio di condivisione. Un gruppo, detto dei 24 ma nella sostanza composto dall’intero Consiglio comunale, pur con qualche distinguo, sta procedendo con Sindaco e Giunta a votare provvedimenti di razionalizzazione dei servizi, imposti dal dissesto, impopolari e in qualche modo devastanti su un tessuto sociale già di per sé fragile, nella misura in cui mettono in discussione posti di lavoro e la sopravvivenza di famiglie. Questi effetti sarebbero però ancora più negativi in caso di commissariamento dell’Ente, se il 29 aprile non venisse presentato un bilancio in pareggio. Si sente parlare di collettività rassegnata, addirittura di città destinata a morire – prosegue il consigliere Lofrano – ma dobbiamo chiederci se può morire una città le cui origini sono antichissime, le cui genti nel corso del tempo hanno fieramente lottato contro uomini e forze della natura. Basti ricordare i terremoti devastanti del 1273, del 1857, del 1980, quest’ultimo un disastro che abbiamo vissuto. Una città che, in epoca normanna, ha ricevuto papi e imperatori. Una città decorata con medaglia d’oro, la dodicesima tra 27, come benemerita del risorgimento nazionale, per essere stata la prima città del Meridione, il 18 agosto 1860, a ribellarsi contro i Borboni. Può essere utile ricordare – dice Lofrano – il testo della motivazione della medaglia d’oro al merito civile, di cui è stata insignita la comunità: ‘In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio e impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del proprio tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, economico e produttivo. Mirabile esempio di valore civico e altissimo esempio di abnegazione, 23 novembre 1980’. Cosa dire inoltre della coscienza civica della nostra collettività, che a un mese dall’inizio del servizio sul consenso per la donazione di organi al momento della richiesta della carta d’identità, ha visto un’adesione alla donazione presso il Comune di Potenza del 90%, dato pubblicato dall’Istituto superiore di sanità lo scorso 31 marzo. Un esempio di altruismo e una forte risposta ai cittadini in attesa di trapianto, che ci fanno ricordare una volta di più che la comunità di Potenza è viva e risponde prontamente sui valori della solidarietà e della coesione sociale. Seppure viviamo un momento difficile – conclude il consigliere Lofrano – possiamo superare le attuali difficoltà se lavoriamo tutti insieme, cittadini e istituzioni, se come amministratori democraticamente eletti andiamo avanti nell’opera non facile di razionalizzazione, salvaguardando il sociale, chiedendo e spiegando ai cittadini che gli attuali sacrifici servono per un futuro migliore, non rinunciando mai all’opera preziosa della mediazione che solo la politica e nessun commissario può mettere in atto. Sempre consapevoli che tale percorso virtuoso non può essere disgiunto dal riconoscimento da parte dell’Ente Regione del ruolo di Potenza capoluogo, insieme al ristoro economico, tramite legge regionale, stabile e duraturo per i servizi sovra-comunali che Potenza offre ogni giorno a circa 30.000 o più persone che frequentano la nostra città per motivi di salute, di lavoro, di studio o per disbrigo di pratiche burocratiche. Chiediamo tale riconoscimento prontamente viste le scadenze dietro l’angolo, fiduciosi di poter contare sulla sensibilità e disponibilità del presidente della Giunta regionale e dell’intero Consiglio di via Anzio”.
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