"In questi giorni il nostro Paese ha vissuto momenti di forti tensioni e grandi difficoltà; un percorso tortuoso che ha condotto sabato scorso alle dimissioni di Silvio Berlusconi.
Dimissioni non semplici per il nostro premier: partito dalla residenza privata di Palazzo Grazioli, passando per Palazzo Chigi fino al Quirinale tra le urla e gli insulti di una folla felice." Così il consigliere comunale del Pdl, Nicola Becce il quale aggiunge "perché i cori da stadio ed i caroselli in una giornata così difficile? In un periodo in cui la crisi a poco a poco sta consumando le ultime speranze di ripresa economica?
Una crisi, mi par giusto sottolineare, che non ha avuto le sue origini nel “bel Paese”, ma ha scosso il mondo intero mettendo in ginocchio altre potenze europee (si pensi alla Spagna). Berlusconi ed il suo Governo sono state le vittime politiche di tale crisi internazionale, capro espiatorio contro cui si sono scagliate, senza alcuna pietà, insoddisfazioni, frustrazioni di una società indifesa ed impreparata a periodi di siffatta ristrettezza economica.
I caroselli, gli striscioni da stadio, le urla, il lancio di monetine, la canzone “Bella ciao” in sottofondo indignano la civiltà di un popolo come il nostro. Per molti dei manifestanti il 12 novembre 2011 sarà ricordato come il giorno della “Liberazione”, assurdità ed esagerazioni di persone che confondono o addirittura non comprendono affatto l’attuale situazione con quella del 25 aprile del 1945.
Noi del PdL,- continua Becce- dobbiamo camminare a testa alta con lo sguardo proteso al futuro: solo una crisi internazionale avrebbe costretto Berlusconi alle dimissioni, un leader politico che con il suo carisma e le sue innate capacità ha garantito l’unità e la stabilità di un partito che ha dominato le scene politiche ed ha conquistato il consenso elettorale per quasi un ventennio."
BAS 05