“E' ancora vivido in me il ricordo di una delle prime azioni che l'esecutivo aveva la necessità di porre in essere all'indomani della dichiarazione di dissesto. Riecheggiano nella mia mente, infatti, – prosegue il consigliere Mario Guarente del gruppo ‘Liberiamo la Città’ – le parole pronunciate dal Collegio di revisione, dal Sindaco, dall'assessore al Bilancio e da tutti coloro che a vario titolo avevano un ruolo determinante nel piano di risanamento dell'Ente che palesavano la necessità di istituire, nel più breve tempo possibile, le aree di sosta a pagamento nella città di Potenza perché questa azione avrebbe rappresentato, senza ombra di dubbio, una boccata d'aria per le casse dell'Ente. Tutti, indistintamente, ritenemmo che era un'iniziativa che avremmo sostenuto in modo compatto anche perché era considerata una manna dal cielo per i tanti lavoratori, in passato addetti al controllo, che da tempo aspettavano di essere reintegrati. Oggi, da quel giorno, sono passati oltre due anni e delle aree di sosta a pagamento neppure l'ombra. In questo arco temporale c'è stato solo un valzer di promesse nei confronti degli ausiliari che, quotidianamente e in modo estremamente sommesso, sono presenti nei pressi della sala presso cui si svolgono i lavori nell'attesa, estenuante, di ottenere notizie certe in relazione al futuro che li attende. Da consigliere ho serie difficoltà a comprendere le cause che hanno determinato l'estremo ritardo nel ripristino delle aree di sosta a pagamento perché, sia chiaro, le versioni che si susseguono sull'argomento sono le più disparate: un giorno ci è stato detto che non erano arrivate le macchinette erogatrici dei biglietti, un altro invece che vi erano difficoltà rispetto all'eventuale inserimento dei lavoratori; un altro ancora che si stava pensando di allargare i confini delle aree di sosta delimitate dalle strisce blu. Mi auguro che nel più breve tempo l'assessore al ramo trasformi in realtà quelle che da anni, ormai, sono solo parole e che rappresenterebbero una speranza di ripresa sia per le vuote casse dell'Ente che per le tante famiglie dei lavoratori in attesa di essere reintegrati” conclude Guarente.
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