Il direttore del dipartimento Salute dell’Asp, Negrone e il direttore sanitario Ircss-Crob di Rionero in Vulture, Molinari, hanno fornito chiarimenti in merito alla correlazione tra l’attività del termodistruttore e lo stato della salute pubblica
L’audizione del direttore del dipartimento Salute dell’Asp, Francesco Negrone, del direttore sanitario dell’Ircss-Crob di Rionero in Vulture, Sergio Molinari e del responsabile del Registro tumori, Rocco Galasso, al centro dei lavori odierni della Commissione consiliare d’inchiesta Fenice, presieduta da Nicola Pagliuca (Pdl).
Il parere dell’Asp, espresso nei mesi scorsi, in merito alla mancanza di relazione tra le patologie riscontrate nell’area oggetto di valutazione e l’inquinamento delle falde acquifere della zona di San Nicola di Melfi è stato l’oggetto principale della discussione odierna.
Il presidente Pagliuca dopo aver precisato che “l’inquinamento delle falde acquifere risale a un periodo antecedente al 2009 e che la presenza di alcune sostanze nocive è stata riscontrata addirittura nel 2002” ha sollecitato il direttore dell’Azienda sanitaria di Potenza a fornire chiarimenti in relazione a quanto dichiarato in merito alla vicenda Fenice.
“Posso affermare – ha ribadito il dott. Negrone – che oggi non ci sono elementi rilevanti tali da ricondurre l’attività del termovalorizzatore con eventuali danni alla salute delle popolazioni residenti nell’area. Tanto anche sulla scorta dei dati epidemiologici in possesso del dipartimento di Prevenzione dell’Asp e dell’assenza di denuncie di malattie professionali a carico dei lavoratori dell’impianto così come riscontrate presso l’unità operativa di Medicina del lavoro dell’Asp e l’Ufficio regionale Inail. Si è tenuto conto altresì – ha continuato – delle relazioni finali dello studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità che ha analizzato anche alcuni prodotti agricoli in cui non sono stati rilevati valori al di sopra di quelli ammessi”. Il dott. Negrone ha sottolineato, poi, la difficoltà nell’esprimere un giudizio esaustivo a causa della mancanza di comunicazioni da parte di altri enti antecedentemente al 2009, nonché per la mancata pubblicazione, ad oggi, dei dati relativi alla elaborazione del Registro dei tumori.
E di Registro dei tumori si è parlato con il direttore sanitario dell’Ircss-Crob di Rionero in Vulture, Sergio Molinari il quale ha precisato che in linea con le indicazioni del Piano Sanitario regionale 1997/1999, la Regione Basilicata ha istituito l’organismo nel 2000 affidandone la gestione al Centro di Riferimento Oncologico di Rionero in Vulture. Il responsabile del Registro tumori, Rocco Galasso, dopo averne indicato le finalità che riguardano la raccolta dei dati sulla mortalità, incidenza e sopravvivenza per malattie neoplastiche ha spiegato l’iter utilizzato per la codificazione delle banche dati. “Iter – ha detto – complesso e sottoposto a lungaggini dovute anche alla non solerte risposta di alcuni Comuni rispetto alle richieste di dati sulla mortalità”. Galasso ha poi affermato che “il Registro dei tumori in Basilicata non è stato ancora accreditato presso l’Associazione italiana dei registri tumori (AIRTUM) ma – ha precisato – si presume che l’accreditamento si realizzerà nei prossimi mesi”. “Intanto – ha continuato – sono state completate le banche dati per il triennio 2005-2007 e si sta lavorando per il biennio 2008-2009”.
Il presidente dell’organismo consiliare, Nicola Pagliuca ha, quindi, richiesto formalmente al direttore sanitario dell’Ircss-Crob e al responsabile del Registro tumori della Basilicata di fornire i dati relativi agli anni 2005-2007 per una attenta valutazione da parte della Commissione da lui presieduta.
Presenti ai lavori odierni oltre al presidente Pagliuca i consiglieri Straziuso (Pd), Romaniello (Sel), Singetta (Api), Vita (Psi) e Gaudiano (Gruppo Misto).