Circoscrizioni Giudiziarie, mozione dell’intergruppo

Mollica, Falotico e Navazio chiedono che la Regione si attivi per evitare il depauperamento di un territorio che, ormai da troppo tempo, viene privato di importanti strutture spesso vitali

Revisione delle circoscrizioni giudiziarie, della questione tornano ad occuparsene i rappresentanti dell’Intergruppo di consultazione Mollica, Falotico e Navazio-.
In una mozione presentato quest’oggi, i consiglieri fanno presente che “Ancora una volta –la riorganizzazione interviene a privare il territorio del Vulture –Alto Bradano di una struttura importante come quella del Tribunale di Melfi che dovrà essere accorpato al Tribunale di Potenza. Bisogna considerare le ripercussioni che tale accorpamento avrà sull’intero territorio, sia in termini di migrazione giovanile, sia dal punto di vista delle difficoltà legate alla precaria situazione della viabilità stradale che, per l’area del Vulture, riverserà ulteriore traffico su un’arteria (Potenza-Melfi) ben nota per le problematiche di sicurezza che la caratterizzano”.

“La questione della riorganizzazione giudiziaria – sottolineano i tre consiglieri – era già stata posta all’attenzione della Giunta regionale con una mozione presentata lo scorso 26 gennaio, con la quale, in particolare, si chiedeva alla Regione di intervenire con azioni dirette alla garanzia del personale impiegato presso gli uffici dei Giudici di Pace. Con la mozione odierna partendo dalla notizia secondo la quale la Commissione Ministeriale istituita presso il Ministero della Giustizia per la revisione delle circoscrizioni giudiziarie ha licenziato una proposta in virtù della quale il Tribunale di Melfi sarebbe messo in salvo, si chiede alla Regione di porre in essere tutte le attività dirette a sostenere l’approvazione della proposta, nonché a vigilare affinché non intervengano modifiche tali da danneggiare la struttura melfitana”.
“La Regione – concludono – si attivi e vigili per evitare il depauperamento di un territorio che, ormai da troppo tempo, viene privato di importanti strutture spesso vitali per la sopravvivenza delle comunità interessate”.

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