Circolare ‘sblocca reiniezione’, M5s presenta mozione

Con il documento si intende impegnare la Giunta ad impugnare la Circolare del MISE che attribuisce all’Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e la geotermia la competenza ad autorizzare le attività ‘migliorative’ degli impianti petroliferi

&ldquo;La lotta alle trivelle non si ferma: presentata nella seduta di ieri, una mozione che intende impegnare la Giunta ad impugnare la Circolare del 5 novembre 2015 della Direzione Generale per le Risorse Minerarie e Energetiche del MISE, che&nbsp; attribuisce esclusivamente&nbsp; all&rsquo;Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e la geotermia (UNMIG) la competenza ad&nbsp; autorizzare le attivit&agrave; &lsquo;migliorative&rsquo; degli impianti petroliferi, compresa la perforazione e, altres&igrave;, la reiniezione delle acque di strato&rdquo;.&nbsp; Cos&igrave; il capogruppo del M5s, Gianni Perrino che aggiunge: &ldquo;Come vedete prosegue incessante la marcia dello Sblocca Italia ed emergono chiaramente i profili di incostituzionalit&agrave; della norma: la sezione UNMIG territorialmente competente si riserva, in via esclusiva, l&rsquo;autorizzazione per la reiniezione ove questa sia destinata ad un aumento delle risorse minerarie e all&rsquo;ottimizzazione degli impianti di produzione. Si estromette completamente qualsiasi partecipazione della Regione all&rsquo;esercizio delle competenze relative ai procedimenti autorizzatori, eludendo quanto previsto dall&rsquo;art 104 del Codice dell&rsquo;Ambiente. Le autorizzazioni potrebbero autorizzare i pozzi reiniettori di Grumento Nova (Monte Alpi 9Or), di Viggiano (Enoc 1) e Costa Molina 2&rdquo;.<br /><br />&ldquo;La reiniezione &ndash; spiega Perrino -&nbsp; &egrave; una delle procedure pi&ugrave; pericolose presenti nel processo di estrazione degli idrocarburi: si rimettono in circolazione nel sottosuolo le cd. &lsquo;acque di strato&rsquo;, dei veri e propri scarti composti da fanghi, acidi e polimeri. Secondo le compagnie questa tecnica aumenterebbe il pescaggio del petrolio, ma spesso si tralasciano le pericolose implicazioni sulle falde acquifere e sull&rsquo;attivit&agrave; sismica del territorio&rdquo;.<br /><br />Per il capogruppo del M5s &ldquo;la perdita di potere decisionale su questo tipo di autorizzazioni sarebbe un&rsquo;altra mazzata micidiale per la terra di Basilicata, gi&agrave; messa a dura prova da anni di completa deregulation nei controlli: le sonde radioattive abbandonate a Corleto Pericara, l&rsquo;oleodotto di Viggiano bucherellato e le continue fiammate del centro oli sono il triste monito per i cittadini di questa regione. A questo si aggiunge la sterilit&agrave; dei nostri amministratori: basta vedere le timide reazioni di Berlinguer sulle fiammate a Viggiano e la mancanza di coraggio da parte di alcuni sindaci nel prendere decisioni drastiche contro le estrazioni. L&rsquo;Arpab, falcidiata da anni di malapolitica, tramite il traballante direttore Schiassi, ha dichiarato guerra alla Regione con pesanti accuse che lasciano il tempo che trovano: il solito scaricabarile su emergenze come il Pertusillo, i SIN Tito e Val Basento e la&nbsp; Sider Potenza evidenzia che in un anno non &egrave; stato fatto nulla&quot;.<br /><br />&ldquo;Torniamo indietro di dodici mesi e ripensiamo a quando Pittella millantava vittorie a seguito di presunte trattative romane, che portarono alla disastrosa scelta del 4 dicembre: noi, con tutto l&rsquo;impegno &ndash; conclude Perrino -, non riusciamo a vedere gli effetti benefici di quella decisione&rdquo;.<br />

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