“Nel giorno del “lancio” del Psr 2014-2020 con le parole d’ordine prescelte particolarmente efficaci – tra le quali “Basilicata cuore verde d’Europa” – la sentenza del Consiglio di Stato che, negando la sospensiva precedente, vorrebbe consegnare buona parte dell’area agricola del Vulture-Melfese-Alto Bradano si legge e si interpreta ancora in più netta contrapposizione con la strategia che confederazioni degli agricoltori, amministrazioni locali e Regione intendono costruire nei prossimi anni”. A sottolinearlo è la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori di Melfi ricordando di essere stata, da sempre in prima fila, nelle manifestazioni contro le ricerche petrolifere nel comprensorio nord-occidentale, a difesa dei territori e del mondo agricolo.Nel sottolineare che il “disco verde” alla società Aleanna Resources per il cosiddetto “permesso Palazzo” interessa circa 470 kmq di 13 Comuni, la Cia evidenzia che oltre “alle pregiate aziende agricole, vitivinicole, olivicole, zootecniche, i castagneti, risorse importanti per l’economia non solo del comprensorio ma dell’intera regione, specie per l’agroalimentare e l’export, il paesaggio rurale è una componente essenziale dell’identità della nostra regione e dell’intero Paese e appare particolarmente importante, perché pone l’accento sul nesso tra l’azione necessaria per superare i fattori di crisi e contrastare i rischi di decadimento dell’attività produttiva agricola e un rinnovato impegno a puntare sulle potenzialità offerte dal nostro patrimonio storico di civiltà e bellezza per lo sviluppo diffuso di un turismo di qualità altamente competitivo. E sempre a proposito dell’evento del Psr di oggi, l’altra parola d’ordine che condividiamo è “Basilicata 100% Rurale” che – è scritto nella nota – ha un significato chiarissimo e nettamente in antitesi con il petrolio”. Nel ricordare che “quasi tutte le Amministrazioni Comunali del Vulture-Melfese-Alto Bradano hanno sottoscritto la “Carta di Matera” per dare stabilità ad un positivo rapporto fra Amministrazioni locali ed agricoltori valorizzando le funzioni, le peculiarità e le opportunità di servizio che questi offrono e per tutelare le nostre aziende”, la Cia evidenzia che “oltre alle trivelle il nemico da contrastare è l’uso dissennato e confuso del suolo agrario soprattutto determinato dalle azioni non programmate delle opere di urbanizzazione, in particolare per centri commerciali e capannoni industriali. Occorre preservare l’agricoltura, il peculiare ed inconfondibile paesaggio agrario, oggi più che mai identificabile con il bene ambientale di tutto il Paese.Siamo fortemente preoccupati – si legge ancora nella nota – essenzialmente per due motivi: le compensazioni per l’attività estrattiva che sono da sempre impercettibili e sicuramente senza alcun beneficio all’agricoltura e per la scelta del Governo di avocare a se ogni atto decisionale per le nuove ricerche ed estrazioni, da scongiurare con il referendum; ciò rappresenta un duro colpo d’immagine per le nostre produzioni di qualità. Per noi è necessario sfatare un luogo comune, inutile e sbagliato, sul dualismo tra cibo ed energia che tradotto vuol dire petrolio contro agricoltura. Si tratta di produrre cibo ed energia in modo sostenibile, come occasione di sviluppo per le imprese agricole e per l'intera società”.bas 03