Cia lucana su “bomba d'acqua” nel Lavellese

Gli uffici della Cia del Lavellese-Alto Bradano sono impegnati a raccogliere le segnalazioni degli agricoltori per i danni provocati nel Lavellese-Alto Bradano da una “bomba d’acqua” che si è registrata nel tardo pomeriggio di ieri.
Lo fa sapere la Cia attraverso una nota, in cui è spiegato che “l’area più colpita secondo le prime segnalazioni è quella di Gaudiano di Lavello dove stamani non è stato possibile nemmeno ai trattori raggiungere i campi allagati. Le colture maggiormente danneggiate sono pomodori ed ortaggi”.
Quanto ai pomodori, la Cia segnala che “è questa un’ulteriore mazzata per una campagna segnata da prezzi bassi e rese limitate mentre la qualità è fortemente condizionata dalle avversità metereologiche. Sui campi il pomodoro tondo viene pagato 9,5 centesimi al kg e quello lungo 10,5 centesimi al kg con rese che variano da 600 a 800 quintali ad ettaro. Gli agricoltori – evidenzia la Cia – riescono a spuntare quotazioni che appena fanno fronte ai costi vivi e agli investimenti sostenuti. E’ ancora una volta la carenza di una filiera adeguata per tutte le fasi produzione-raccolta-trasformazione che rappresenta la causa principale della situazione. Di questo passo saremo costretti a registrare un’ulteriore riduzione delle aziende di produzione di pomodori che specie nel Lavellese-Alto Bradano hanno sempre rappresentato la prima fonte di reddito e uno dei fiori all’occhiello della qualità agro-alimentare”.
Per il polo distrettuale del pomodoro del Centro Sud Italia, costituito nel mese di aprile scorso raccogliendo l'ampia adesione di imprese di trasformazione e di organizzazioni di produzioni agricole, è stato dunque un esordio poco felice. “Il distretto del pomodoro del Centro Sud Italia – evidenzia la Cia – è una realtà dai grandi numeri. Abbraccia le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia, Toscana, Sicilia e Sardegna: per ora vi hanno aderito 50 aziende di trasformazione del pomodoro (il 91 per cento del pomodoro trasformato nel Centro Sud nel 2013) e 21 organizzazioni di produttori (pari al 70 per cento del pomodoro da industria conferito). Conta 10.000 lavoratori fissi e 30.000 stagionali. Nel 2013 il fatturato del comparto è stato di circa 2,3 miliardi, più del 60 per cento del fatturato nazionale”.

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