“Un Natale più povero per tutti. Ma ad accusare i ‘morsi’ della crisi delle festività sono stati in particolar modo le campagne, dove si inaspriscono i toni del disagio sociale, soprattutto per gli ultrasessantacinquenni’. E’ quanto si legge in un comunicato della Confederazione italiana agricoltori della Basilicata e dell’Anp, l’associazione nazionale pensionati. Attualmente, infatti, sono 7 su 10 i pensionati delle aree rurali a essere vicini alla soglia della povertà: un rapporto di gran lunga più allarmante di quello relativo alla popolazione italiana che, secondo l’indagine dell’Istat sulla coesione sociale, arriva a sfiorare il 30 per cento. Infatti se nel Paese più della metà dei pensionati vive con meno di 1000 euro al mese, nelle aree rurali la media percepita si abbassa notevolmente, ed è proprio qui che si registra la massima concentrazione di pensioni minime, inferiori alla soglia delle 500 euro. Di qui i tre impegni principali per il 2013 della Cia e dell’Anp della Basilicata: la Costituzione della Consulta dell’Anziano in ogni comune; la predisposizione di un piano di servizi nei piccoli comuni e nelle oltre 2000 contrade rurali; la carta Regionale del pensionato con la quale accedere e ricevere benefici e servizi”.
“La necessità nelle aree agricole e rurali lucane di avere tempestivi servizi socio-sanitari – sottolinea Giovanni Bulfaro, presidente dell’Anp-Cia -raggiunge picchi molto elevati (95 per cento) soprattutto tra gli anziani non autosufficienti. La tipologia di disabilità più diffusa è quella legata alle difficoltà di svolgimento delle attività quotidiane di cura della propria persona (3 per cento della popolazione totale). Segue la disabilità nel movimento (2,2 per cento), il “confinamento individuale a casa” (2,1 per cento) e, infine, la disabilità sensoriale (1 per cento). L´invecchiamento della popolazione che vive nelle aziende agricole e nelle contrade rurali – dice Bulfaro – contribuisce ad una progressiva espansione del fenomeno della non autosufficienza. In pratica, è disabile un italiano su cinque con 65 anni o più. E lo sono quasi la metà degli ottantenni.
Per questo, la Cia ribadisce l’esigenza di lavorare a una riqualificazione delle aree rurali, prendendo misure locali di intervento per le non autosufficienze, stabilendo adeguate provvidenze economiche agli indigenti ed eliminando incongruenze e abusi e, contemporaneamente, offrendo un sostegno vero e efficace a chi è in reale stato di bisogno.
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