Per il capogruppo del Psi in Consiglio regionale dopo la riapertura dell’impianto “troppe questioni sono ancora aperte per garantire lavoratori e cittadini”
“Adesso che è stata riaccesa la fiammella del Centro Oli Eni di Viggiano, ad ultimazione dei lavori di adeguamento dell’impianto, sono in attesa di sapere quali risultati ha dato il programma di lavori dell’Eni in materia di prevenzione e sicurezza dei lavoratori dell’impianto e di quelli dell’area industriale circostante e quale attenzione l’ Eni pone, in attuazione delle normative nazionali di sicurezza (Dlgs 81/08, Dlgs 624/96, Dlgs 152/2006) per l'impiego di professionalità lucane che abbiano già svolto nel recente passato funzioni di responsabilità riguardo al controllo, monitoraggio e attività di prevenzione infortuni sul lavoro”.
A sostenerlo è il capogruppo del Psi in Consiglio regionale Rocco Vita sottolineando che “specie per quanto riguarda le professionalità lucane, il caso del tecnico lucano impiegato in passato dall’Eni e poi allontanato non ha trovato alcuna soluzione, come non ha avuto alcuna risposta la mia sollecitazione sulla manodopera regionale utilizzata dall’Eni. Ancora – dice Vita – resto sempre in attesa di conoscere quali attività intende svolgere il Dipartimento Sanità per garantire il diritto alla salute dei lavoratori, a partire dalla situazione che si registra nell’area industriale di Viggiano e se non ritenga opportuno insediare un gruppo di lavoro interdipartimentale e con figure specialistiche esterne in tema di sicurezza sui posti di lavoro a maggiore rischio quali i comparti petrolifero, dell’auto e dell’edilizia”.
“Non mi risulta – evidenzia il capogruppo del Psi – siano completati i lavori della commissione di inchiesta interna disposta dal presidente della Giunta De Filippo, in sintonia con l’assessore all’Ambiente Mancusi, per accertare quanto è accaduto nell’area industriale di Viggiano con il caso di intossicazione di una ventina di operai della Elbe Sud, azienda localizzata nelle vicinanze del Centro Oli Eni, mentre i primi dati forniti dall’Arpab hanno evidenziato un aumento delle concentrazioni di H2S rispetto alla situazione di normalità raggiungendo livelli di circa un terzo rispetto alla soglia di concentrazione prevista dall’Organizzazione mondiale della sanità come odori molesti. Nel dettaglio, si è passati da qualche decimo di microgrammo al metro cubo a 2,7 microgrammi, a fronte della soglia di valore molesto stimata dall’Oms in 7 microgrammi al metro cubo. Per quanto mi riguarda saranno dunque pure conclusi i lavori nel Centro Oli ma troppe questioni sono ancora aperte per garantire lavoratori e cittadini”.