Il 16 ottobre 2016 alle ore 21.00 presso il teatro F. Stabile di Potenza la compagnia Abito in Scena presenta, nell’ambito de La ScenaLucana, Ashes to Ashes – ceneri alle ceneri di Harold Pinter.
Il lavoro per la regia di Leonardo Pietrafesa è interpretato da Monica Palese e Antonio Grimaldi.
Cosa possono tradurre le parole? Cosa c’è oltre le parole? E nei silenzi?
Devlin e Rebecca si raccontano senza mai svelarsi totalmente, melodie comuni e affetti familiari allontanano una figura del passato che affiora costantemente fin dall’inizio.
Un amante … un tradimento forse. Spazi altri, visioni, oggetti destabilizzano l’apparente quotidianità.Tutto diventa un “non luogo”e quel senso di incomunicabilità svela nuove verità e l’atrocità di un passato che ci accomuna tutti.
Dicono dalla compagnia:La nostra ostinazione per un testo complesso come Ceneri alle Ceneri, forse il più complesso del premio nobel Harold Pinter, nasce dall’esigenza di voler trattare un argomento che riteniamo debba essere sempre impresso…nella memoria, ma in Ceneri “le atrocità”
sono raccontate attraverso una scrittura originalissima e mai banale. E’
nell’apparente normalità, e tutti i fatti di cronaca ci raccontano spesso questo, che si compiono le azioni più crudeli.
In Ceneri alle Ceneri ogni parola, ogni concetto non è mai fine a se stesso ma anticipa quello che sta avvenendo, in tempo reale. Nel percorso, che consideriamo ancora in itinere, siamo partiti da un’idea:
due attori che affrontano il testo, che provano, che interpretano i personaggi, personaggi che sfuggono volutamente alla loro definizione completa e non solo per delle apparenti ambiguità ma per quegli aspetti misteriosi e mai risolti che sono propri del lavoro di Pinter.E quindi due attori che interpretano Rebecca e Devlin, i personaggi di Ceneri alle Ceneri. Fin dalla prima scena gli attori entrano ed escono dalla
storia: una coppia, una stanza al piano terra, verso sera, estate .Ci è sembrato che tutto assumesse l’idea del gioco, un gioco a tratti perverso, pericoloso ma pur sempre un gioco.
E nei monologhi, nel racconto, abbiamo individuato la preponderanza del concetto di FANATISMO: fanatismo sportivo che è diventato il filo conduttore del lavoro e FANATISMO religioso… ” DIO? è l’unico DIO che abbiamo. Se te lo lasci sfuggire non tornerà più. Non si volterà nemmeno a guardarti!.. poi lo sai com’ è quel vuoto è come una partita…..”Crediamo che proprio nel concetto di fanatismo la violenza trovi spazi incontrollabili, e il nostro tempo dimostra quotidianamente questo …poi le visioni di Rebecca, causate da una malattia o da un trauma insuperabile, aggiungono tasselli determinanti, solo seguendo con attenzione ogni parola, ogni aggettivo, si riesce ad entrare davvero in quel luogo che è magistralmente delineato da Pinter.
E’ appunto il luogo della memoria. Ma questo a patto che spettatori e attori continuino a restare sempre in tensione e in contatto.
E’ necessaria una complicità per aprire le porte e qui la scelta del
testo: qui non si può restare ad osservare ma è necessaria una partecipazione senza preconcetti. E senza banali certezze. Forse tuttavia avremo ancora molti dubbi. Chi è Devlin? Chi è Rebecca? Ma ognuno cercherà il suo dramma personale. Perché in questa stanza, luogo congeniale e proprio di Pinter, in tempo reale, troviamo una coppia che prova a ritrovarsi, forse un tradimento ha minato il loro amore, o quell’amore è solo imposto… Resta quel senso di incomunicabilità costante e forse il mistero si svela…ma gli attori, che interpretano Devlin e Rebecca, restano ormai immersi, trasportati in quelle visioni e ne diventano loro stessi parte.
bas04