Caporalato, Cia:avanti su premialità ad aziende agricole virtuose

Il disegno di legge sul contrasto al caporalato, approvato in Senato, è un passaggio importante di un percorso legislativo lungo e complesso al quale il mondo delle imprese agricole ha dato e continua a dare il proprio contributo. Lo afferma la Cia-Agricoltori Italiani sottolineando che la Basilicata si farà trovare pronta all’attuazione tenuto conto che a fine maggio scorso presso il Ministero dell'Interno, è stato già sottoscritto il Protocollo sperimentale per la lotta al caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori agricoli. Il Protocollo è il risultato della iniziativa della Regione Basilicata, tramite il Coordinamento politiche per i migranti, la Caritas e le parti sociali – sindacati e confederazioni di agricoltori – che hanno elaborato  nei mesi scorsi  precise proposte e richieste al Governo nazionale.
Il provvedimento nazionale è positivo nella parte in cui si rafforzano le norme penali di contrasto al fenomeno – si sottolinea in una nota-. Ora molta attenzione va posta alla fase attuativa di tali disposizioni, che non possono trascurare le caratteristiche sfuggenti, magmatiche, in continua evoluzione del caporalato e il fatto che vada affrontato in maniera realistica e con interventi puntuali rispetto alle singole situazioni.
Per quanto riguarda la parte delle norme amministrative, il ddl non intacca l'impianto della contribuzione agricola che, grazie all'azione della Cia, resta trimestrale sia per quanto riguarda il pagamento sia per quanto riguarda la tariffazione. Anche se la norma che modifica la tempistica della dichiarazione contributiva dal 2018, prevedendone la mensilizzazione, richiede un ulteriore approfondimento – a parere del presidente nazionale della Cia Dino Scanavino- che consenta di valutarne l'impatto in termini di appesantimento burocratico e anche di logica rispetto all'entrata in vigore proprio nel 2018 del Libro Unico telematico.
Inoltre, è positivo per la Cia il rafforzamento anche degli strumenti positivi di contrasto al caporalato, ovvero il rafforzamento della Cabina di regia del lavoro agricolo di qualità, istituita presso l'Inps. Però -evidenzia Scanavino- rispetto a quegli strumenti, manca un tassello importante: l'introduzione di un collegamento efficace tra l'iscrizione alla Rete e forme di premialità per le aziende agricole virtuose. Ciò anche al fine di generare un effetto di contagio positivo e dunque un aumento dei numeri, ancora troppo bassi, delle aziende iscritte.
il caporalato non si contrasta efficacemente – sottolinea il direttore regionale della Cia Donato Distefano – se non si comprende che occorre sottrarre alla criminalità organizzata due ambiti strategici: la logistica e l'incontro domanda e offerta. Ma sottrarre il mercato del lavoro alla criminalità non vuol dire unicamente controllo e repressione, vuol dire anche diventare responsabili di quel segmento in modo trasparente, tracciato, legale ed efficace: le parti sociali, insieme alle istituzioni, possono e devono farlo. Tanto più che i numeri più recenti sul caporalato parlano di circa 100 mila "nuovi schiavi", che si alternano oggi tra i filari di vite o nella raccolta dei pomodori e della frutta.
Insieme al Protocollo Nazionale sottoscritto tra i Ministeri competenti e tutte le forze sociali a maggio di quest'anno per gli aspetti relativi al trasporto e all'accoglienza, questo ddl completa il quadro delle azioni possibili contro il caporalato favorendo le condizioni di un'alleanza globale (istituzioni nazionali, enti locali, magistratura, forze sociali). La stessa forza che va impiegata per contrastare le condizioni di vendita sottocosto cui sono costretti spesso i produttori agricoli. La recente mobilitazione della Cia sulla crisi del grano – conclude Scanavino – ha denunciato fenomeni speculativi che rappresentano delle vere e proprie forme di sfruttamento del lavoro. Anche su questo occorre trovare subito soluzioni adeguate che facciano leva sulla solidarietà sociale e sul senso di responsabilità di tutti gli attori coinvolti.

bas 02

    Condividi l'articolo su: