Il consigliere Lb-Fdi, promotore della mozione approvata ieri in Aula: “L’aumento delle tariffe costituirebbe un grave danno per l’economia turistica. Con la messa all’asta degli impianti balneari, gli imprenditori subirebbero il colpo di grazia”
“In Lucania, il mondo delle imprese balneari, costituito per lo più da azienda familiari, è minacciato non solo dall’erosione delle coste ma anche da provvedimenti dello Stato e dell’Unione Europea che evidentemente non tengono conto della tipicità del sistema turistico locale”. E’ quanto evidenzia il consigliere regionale Gianni Rosa (Lb-Fdi) ricordando la mozione da lui presentata con i consiglieri Mollica (Udc), Napoli e Castelluccio (Pdl-Fi) ed approvata ieri in Aula per impegnare la Giunta “a fare tutto il possibile per evitare l’aumento dei canoni demaniali e l’uso delle aste per le concessioni del demanio marittimo già esistenti, che pregiudicherebbero le tante imprese del settore balneare i quali, se il provvedimento del Governo dovesse essere approvato così come si prospetta, vedrebbero vanificati sforzi ed investimenti già fatti”.<br /><br />A parere di Rosa “l’aumento delle tariffe costituirebbe di per sé un grave danno per l’economia turistica lucana, già provata dalla crisi economica. Se a ciò si aggiungesse la messa all’asta degli impianti balneari, che arresterebbe anche gli investimenti in questo settore, gli imprenditori, molto spesso nuclei familiari, subirebbero il colpo di grazia. La tutela delle specificità del tessuto imprenditoriale dovrebbe essere un punto fermo per una nazione che pretende di fare del made in Italy volano di sviluppo. In questo modo, si penalizzano i piccoli e medi imprenditori italiani e lucani. Noi siamo per la tutela dei nostri imprenditori e saremo al loro fianco contro provvedimenti scellerati che condannano la nostra Terra ad essere mera colonia per lo sfruttamento delle nostre risorse, incluse le coste”.