Il consigliere regionale ha preso parte con una folta delegazione lucana alla “Conferenza del Mezzogiorno” del Partito democratico tenutasi a Lamezia Terme
“Le indicazioni che escono dalla Conferenza del Mezzogiorno del Partito democratico conclusasi ieri a Lamezia Terme con l’intervento del segretario nazionale, Pierluigi Bersani, alla quale ha partecipato una delegazione nutrita e molto rappresentativa della Basilicata, vedono il Mezzogiorno al centro del progetto di rilancio economico e sociale dell’Italia”. E’ quanto sostenuto dal presidente del gruppo consiliare del Pd, Luca Braia.
“Il Partito democratico non ha dubbi – continua Braia – ripartire dall’unità nazionale significa mettere il Mezzogiorno al centro del quel nuovo modello di sviluppo che deve caratterizzare la nazione nel prossimo futuro, portando a coerenza l’obiettivo del Sud a beneficio dell’Italia e dell’Europa. Il Sud attuale, come confermano gli indicatori Svimez tra cui la regione più virtuosa risulta essere ancora una volta la Basilicata, è da considerare oggi come un grande punto di criticità ma
contemporaneamente per il futuro, come principale volano economico dell’intera nazione. Questo dato di fatto – riferisce Braia – ribadito dai tanti leader intervenuti nella due giorni di Lamezia terme, da Ranieri a Fassina, da Letta a Bindi, significa concretamente da un lato, riconoscere i molti errori commessi sino ad oggi dalle classi dirigenti locali e nazionali, politiche e, non solo, dall’altro svoltare decisamente e con consapevolezza per realizzare un sistema pubblico finalmente libero, solido, trasparente, dinamico, competente e soprattutto credibile in grado di arginare quella criminalità che ancora oggi rappresenta il vero limite allo sviluppo”.
“Rinunciare alle rivendicazioni di attribuzioni di risorse dal governo nazionali per sostenere sistemi produttivi avulsi dai contesti e dalle vocazioni dei territori in una logica assistenziale ed improduttiva è un errore da non ripetere mai più perché ha portato intere generazioni nel mezzogiorno a sottostare troppe volte a logiche di sudditanza psicologica ed a costituire serbatoi di consenso da utilizzare all’occorrenza. E’ il fattore ‘competitività’ su cui puntare, gli investimenti nazionali che devono caratterizzare il progetto di un centro sinistra che vuole candidarsi a governare il Paese, devono concentrarsi sul potenziamento delle infrastrutture materiali ed immateriali che possono, da una parte generare immediato lavoro e nel medio termine migliorare decisamente le condizioni per le imprese locali per un posizionamento ideale nei mercati internazionali su settori come turismo, agroalimentare, energia e manifattura in generale. Rendere compatibile ambiente e sviluppo è oggi un traguardo possibile se si adotta in un sistema virtuoso e riformato il concetto della tripla elica che vede in una relazione forte e continua l’impresa privata, la ricerca e la Pubblica amministrazione, impegnati a far avanzare progettualità di qualità e di successo come quella che in tanti campi, dall’aerospazio alla medicina, dall’automotive alla meccanica, l’Italia ha già ampiamente dimostrato di saper fare, facendo però, non di rado, con le proprie giovani ed emigranti intelligenze la fortuna di altre nazioni”.
“La sensazione è che qualcosa si muove, oggi come non mai una nuova generazione che vuole essere protagonista e forse diventare la classe dirigente del futuro ha trovato modo nel Partito democratico di materializzarsi ed esprimersi in un nuovo progetto politico chiamato ‘Finalmente Sud’, una esperienza che come ha confermato in chiusura Bersani parte dal mezzogiorno e per diventare il metodo di formazione politica da riprodurre in tutta Italia. Un progetto importante da sostenere convintamente – conclude Braia – perché non si ripeta più che un’intera generazione rimanga totalmente fuori dalla politica, dai partiti e, quindi, dai livelli decisionali dove si scrive il futuro, lasciando il campo a veline ed improbabili rappresentanti che hanno minato, speriamo non irrimediabilmente la credibilità di una nazione straordinaria come l’Italia”.