La verità è che in Val d'Agri un ceto dirigente si è auto-condannato alla monocultura del petrolio. Lo dichiara in una nota Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani.
"Di quale sviluppo e di quale futuro parlano i sindaci capitanati da Cicala? Questi signori li hanno letti i dati sulla morte demografica della Valle? Quale sarebbe lo sviluppo portato dalle attività di estrazione idrocarburi? Cosa accadrà quando inevitabilmente le attività estrattive finiranno, una volta esauriti i giacimenti?
Le attività svolte dalla J.V. Eni-Shell in Val d'Agri – prosegue Bolognetti – vanno rubricate alla voce attività improduttive. Prendendo in prestito le parole di Giuseppe De Marzo, affermo che parlando della Val d'Agri dovremmo parlare di attività improduttive a causa degli eccessivi costi ambientali e sociali non registrati dal PIL.
Parlando della Valle dell'Agip dovremmo chiederci cosa abbiamo perso per ognuno dei pochi posti di lavoro legati alle attività petrolifere. Parlando della vicenda petrolifera lucana, dovremmo chiederci se gli ultimi venti anni siano serviti a gettare le basi di uno sviluppo duraturo o se, come è evidente, siano stati venti anni sprecati, persi e caratterizzati da una gestione clientelare delle risorse provenienti dalle royalties, che tra l'altro avremmo dovuto destinare in primis al capitolo compensazioni ambientali".
BAS 05