"Ci risiamo: il senatore Belisario, fiutata l’aria di manette, torna a vestire i panni del moralizzatore per dimostrare la sua credibilità e per tentare di capitalizzare, come da inveterata abitudine, qualche royalties. Impagabile lo spettacolo che in queste ore sta offrendo, rincorrendo affannosamente il suo collega Barbato. Se Barbato annuncia di volersi complimentare con la Guardia di Finanza per il blitz in Consiglio regionale, il Senatore quale illustre componente del Copasir dalemiano tuona contro “le mele marce”, o presunte tali, annidate in quel giardino dell’Eden che è l’Italia dei Valori.
Ovviamente, il Senatur omette un piccolo particolare: le presunte “mele marce” le ha candidate lui quando ha ritenuto che i loro voti potessero far crescere l’allegra brigata dipietrista.
Annuncia la “linea dura” il buon Felice ed è lo stesso ineffabile guascone che nel 2007 dopo aver espresso il suo placet alla proposta di “Anagrafe pubblica delle attività degli eletti e dei nominati” non ebbe a muovere un dito per sostenerla concretamente". Lo afferma il segretario lucano dei Radicali Italiani Maurizio Bolognetti.
"Eppure, in questi due anni, – aggiunge – mentre noi altri incalzavamo Giunta e Consiglio chiedendo l’integrale applicazione di tutti i commi e gli articoli della legge n.32/2010(anagrafe pubblica delle attività degli eletti), e quindi la pubblicazione e messa in rete dei rendiconti con relativi allegati, non una volta il capogruppo Idv ha fatto sentire la sua voce.
Niente di meglio di questa stucchevole campagna sui “Costi della politica” con annessi e provvidenziali volumi sulla casta per fare un po’ di ammuina ed evitare che si affrontino altre questioni".