Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani e della direzione Radicali Italiani interviene in merito alle dichiarazioni rilasciate Alessandro Profumo, Presidente del Monte dei Paschi di Siena e membro del consiglio di amministrazione dell’Eni e Davide Tabarelli. “Il primo- si legge nella nota di Bolognetti – ha parlato della necessità di raddoppiare i barili estratti. Il secondo ha dichiarato che ‘è ora di togliere le royalties agli enti locali, che le interpretano come compensazioni per un danno che in realtà non esiste’. Da cittadino italiano, attualmente residente nel Kazakistan d’Italia, affermo che le dichiarazioni di Profumo non fanno altro che confermare quanto da tempo vado affermando: qualcuno ha deciso di trasformare la Basilicata in hub petrolifero d’Italia, vincolando buona parte del suo territorio ad attività di estrazione, ricerca ed esplorazione idrocarburi. Tocca ricordare a Tabarelli e soci quanto scriveva nel 2000, nella relazione sulla Basilicata, la Commissione Bicamerale sul ciclo dei rifiuti: ‘Nel complesso l’indagine ha censito 890 siti inquinati, la metà dei quali connessi alle attività di prospezione ed estrazione petrolifera’. Tocca altresì richiamare alla memoria quanto scritto negli accordi intercorsi tra Regione Basilicata, Stato ed Eni, tra il 1998 e il 1999, nei quali si parla di ‘Progetti e interventi di compensazione ambientale’. Nello stemma della Regione Basilicata le onde simboleggiano i quattro fiumi della regione: il Basento, il Sinni, il Bradano e l'Agri; non vorremmo che a qualcuno sia venuto in mente di sostituirli con Pozzo, Barile e Trivella. Noi abitanti del Kazakistan d’Italia non siamo disposti a farci trattare come una colonia”.
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