Bolognetti: a proposito del permesso di ricerca idrocarburi “Palazzo san Gervasio”
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani
"Circa dieci anni dopo, sembra avviarsi a conclusione la vicenda del Permesso di ricerca “Palazzo”.
Il 16 giugno del 2011 – è importante ricordarlo oggi – veniva convocata presso il Ministero dello Sviluppo Economico una Conferenza di Servizi per il conferimento del Permesso di Ricerca idrocarburi liquidi e gassosi “Palazzo San Gervasio”. Nel verbale della Conferenza – ricorda il segretario dei Radicali Lucani, Maurizio Bolognetti – oltre a poter leggere alcune informazioni generali, quali ad esempio il fatto che l’istanza avanzata dalla Aleanna Resources nel 2006 copriva allora un’area di ben 561 Kmq, leggiamo anche del parere favorevole con prescrizioni, concesso il 26 maggio del 2010 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata.
Ma nel sopra citato verbale leggiamo, soprattutto, che la Regione Basilicata con la Determina Dirigenziale n.75 AB/2011/D/00276 concede parere favorevole con prescrizioni.
Proprio così, nel marzo 2011 la Regione Basilicata dà il suo placet, scrivendo che l’area interessata dal permesso non ricade in aree naturali protette e che la richiedente Aleanna Resources, bontà sua, non effettuerà indagini di prospezione in alvei e corsi d’acqua tutelati, centri abitati e zone Sic-Zps. Allora come oggi avremmo voluto dire a Lambiase, firmatario della Determina in oggetto, e a quelli dell’Aleanna: “Ci mancherebbe pure che le ricerche venissero effettuate direttamente negli alvei, nei centri abitati e in zone protette”. Con o senza esclusioni, con o senza prescrizioni, la verità è che il territorio che fa gola a lor signori è delicatissimo dal punto di vista idrogeologico ed è un’area dove insistono coltivazioni di qualità e, quindi, dove non può esserci alcuna possibile convivenza con attività di ricerca e coltivazione idrocarburi. Questi ed altri aspetti, non a caso, vengono sottolineati da tutte quelle associazioni che si sono opposte al progetto e dai comuni coinvolti, che hanno fatto altrettanto, con rare eccezioni, quali quella del comune di Venosa. Paradossalmente, una conferma delle buone ragioni contenute nel niet espresso da Comuni e Comitati giunge nel 2013 proprio dalla Regione Basilicata, che dopo aver autorizzato nel 2011, decide di fare dietrofront e negare l’intesa con il Dgr 682, affermando che nell’area interessata dal permesso Palazzo sono presenti ambiti sottoposti a vincolo idrogeologico e che la stessa ricade nel Piano Paesistico di Area Vasta dei “Laghi di Monticchio”. Del resto, nel già citato placet espresso dalla Soprintendenza, la stessa chiedeva che venissero esclusi dal permesso le aree “quali il torrente e gli affluenti del fiume Rendina”. Esclusioni, sia chiaro, che certo non tutelano dagli effetti collaterali, connessi alle attività di ricerca e coltivazione idrocarburi, le aree interessate e le aree particolarmente sensibili.
Di fatto, per come la vedo io, la Regione Basilicata ha operato in maniera scellerata, aprendo un’autostrada a quattro corsie abilmente sfruttata dall’Aleanna.
La verità, come risulta evidente in queste ore, è che il ceto dirigente lucano – sottolinea Bolognetti – ha di fatto rinunciato a una reale tutela del nostro territorio, rinunciando finanche a dotarsi di quel Piano Paesaggistico regionale previsto dall’art. 135 del Codice dei Beni Culturali, Ambientali e Paesaggistici.
Che fine ha fatto, verrebbe da chiedersi, quel “Le Regioni sottopongono a specifica normativa d'uso il territorio, approvando piani paesaggistici, ovvero piani urbanistico-territoriali con specifica considerazione dei valori paesaggistici, concernenti l'intero territorio regionale”? Oggi più di ieri, verrebbe da chiedere al Presidente Pittella se sia davvero sicuro che ci fermeremo a 154mila barili al giorno. La risposta per quanto mi riguarda l’ho data in tempi non sospetti, all’indomani dell’approvazione del Memorandum. L’obiettivo scritto e metodicamente perseguito è quello di fare della Basilicata l’hub petrolifero d’Italia. Altro che 154mila barili! A babbo quasi morto, oggi c’è chi mostra ripensamenti sullo “Sblocca Italia”. Va bene così, a patto che si tratti di un ripensare complessivamente il modello Basilicata e a patto che ci si ricordi che noi ci eravamo già sbloccati da tempo. Il tempo dei minuetti, del gioco delle parti e del fumo negli occhi, è finito. C’è da costruire un futuro altro e da difendere un popolo inquinato e troppo spesso buggerato. La farsa petrolifera lucana, con i suoi interpreti e le sue comparse, gli utili idioti e gli impostori e tutto il circo, fatto anche di sedicenti ambientalisti, ha davvero stancato. Di grazia, risparmiateci tutto ciò, che rappresenta un patente insulto alla nostra intelligenza, e abbiate la bontà di tacere, se i ripensamenti son solo frutto di tatticismi e opportunismi".
bas 02