“La fede di Don Bosco è stata lievito di molte culture. Fermento di profondi cambiamenti mentre vecchie stagioni lasciavano il posto alla modernità. Nella transizione epocale, quando le ferite sociali rendevano plastiche le povertà, gli abbandoni, la sterilità umana e l’infelicità, Don Bosco illuminò il mondo con le sue intuizioni”. E’ quanto dichiara Gianfranco Blasi, direttore scientifico di Sud’Altro, centro studi e ricerche sul Mezzogiorno che sottolinea “Don Bosco è stato capace di trasformare la polvere della miseria in frumento. L’umanità è riemersa, nella sua tenacia educativa, dagli inferi del dolore, dalla rarefazione dei sentimenti. Un miracolo che è riuscito a trascinarsi attraverso i decenni e che ci ha condotto fino alla Salesianità. Un seme che Don Bosco ha sparso missionariamente per il mondo, fino a giungere anche a Potenza. Credo che l’urna sia proprio questo: la fisicità della santità, la culla nativa della fede, che vede la luce della resurrezione. In questo senso essere stati allievi alla sua scuola, attraverso l’opera salesiana, ci rende umili partecipi di un sogno divenuto realtà”.
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