Benessere organizzativo, Fanelli: serve una ricerca

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“La salute e la qualità della vita negli ambienti di lavoro costituiscono dei temi di sempre maggiore rilevanza e centralità  nella pubblica Amministrazione, nelle Aziende pubbliche e/o private  ed in genere nella società. Infatti, la salute non è più intesa come assenza di malattia ma come processo di miglioramento fisico e psicologico”. Lo dichiara la Consigliera regionale di parità, Maria Anna Fanelli, intervenendo sulla questione del benessere organizzativo.
“L’ufficio della Consigliera Regionale  di Parità –prosegue –  che svolge una funzione garantistica, conciliativa  ed un’eventuale attività interventistica, anche attraverso la possibilità di agire in giudizio a seguito di precise  denunce di discriminazioni, ritiene che  lo stress da lavoro correlato e  la necessità di benessere sul luogo di lavoro costituiscono anche  una questione di genere  di primaria importanza a fronte della quale sono state condotte intense attività di formazione e aggiornamento sollevando da tempo la necessità di una ricerca-intervento/formazione per la promozione del benessere organizzativo, accompagnata peraltro dall’urgente adozione da parte delle pubbliche amministrazioni e delle aziende private della Carta per le Pari Opportunità e l’Uguaglianza sul lavoro, dall’applicazione di Codici Etici e di condotta e dalla adozione dei Piani Triennali di Azioni Positive (PAP) per prevenire o rimuovere discriminazioni, violenze sessuali morali o psicologiche o mobbing. In tal senso vengono stipulati Accordi di cooperazione strategica tra gli Uffici delle Consigliere di Parità ed i Cug al fine di definire concordemente su ambiti specifici iniziative su progetti condivisi.
La mancanza di benessere organizzativo indubbiamente determina sul piano concreto fenomeni di malessere che non sono altro che il riflesso dello stato di disagio e malessere psicologico di che lavora. Oggi il concetto di salute organizzativa suggerisce che le Organizzazioni potrebbero progredire e trovare beneficio nel tutelare la relazione con le persone che vi lavorano, perché ciò si realizzi è  necessaria l’impostazione di Piani di  innovazione e di sviluppo e convivenza organizzativa. Convivenza organizzativa – continua – che non può essere affidata alla mera tradizione delle prassi consolidate, caratterizzata dalla dinamica dei rapporti gerarchici ma può e deve essere pensata , curata e gestita con il contributo di tutti gli attori della realtà organizzativa. Il fatto è che un’organizzazione ‘in salute’ può essere anche più efficace e produttiva , progetti in tal senso sono stati sperimentati positivamente all’interno dell’Asp Basilicata con l’obiettivo dii consolidare un percorso organico volto a realizzare  azioni concrete di miglioramento in risposta alle criticità individuate dall’indagine. Anche presso le altre pubbliche amministrazione e nel privato  è ora di partire, sulla scorta di esperienze consolidate e/o di  nuove, al fine di assicurare una completa  sicurezza sul lavoro.  A tale proposito la sinergia, ampiamente applicata da questo Ufficio,  con i sindacati, la direzione regionale del lavoro, l’Inail, gli Ordini Professionali in particolare degli assistenti sociali, degli psicologi , dei consulenti del lavoro vanno ampiamente applicate contro qualsiasi forma di discriminazione.
In tal senso, da tempo richiesta e sollecitata  da questo Ufficio, una  ricerca inerente il benessere organizzativo, sollecitata di recente anche dal Segretario Cisl  Sarli della Funzione Pubblica, da  estendere, ad avviso di questo ufficio  a vari mondi del lavoro, potrà costituire un percorso opportuno per affrontare anche quel disagio  e quei fenomeni discriminatori fondati sul sesso. L’Asse del Po Fse Basilicata, (VII – "Capacità istituzionale") indica la possibilità di realizzare ‘Studi, statistiche e consulenze di esperti", relativi al benessere lavorativo dei dipendenti della pubblica amministrazione, in particolare sui temi che riguardano le relazioni orizzontali e verticali ed i rischi di mobbing. Proprio  l’Asse in oggetto ricomprende fra i possibili destinatari il personale della Pa e  quindi l’identificazione dei destinatari  di una ricerca sul benessere organizzativo nella  Pa non pone particolari problemi e potrà senz’altro trovare nella sensibilità politica dell’Assessore Formazione e Lavoro Viti e nella competenza tecnica della dirigente del dipartimento, Santoro l’attenzione necessaria”. 

bas 06

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