Benedetto: ridefinire programmazione e rapporto con Ue

Il consigliere del Cd ritiene che la Sessione comunitaria del Consiglio regionale è occasione per “rinsaldare il sentimento europeista anche tra i cittadini lucani”. “Non può bastare il virtuosismo di spesa in presenza di enormi gap infrastrutturali”

&ldquo;Il giorno dopo l&rsquo;uscita della Gran Bretagna dall&rsquo;Ue per la &lsquo;piccola&rsquo; Basilicata l&rsquo;imminente sessione comunitaria del Consiglio regionale &egrave; l&rsquo;occasione ravvicinata, non solo per ridefinire la programmazione dei fondi comunitari. L&rsquo;esito dello storico referendum in Gran Bretagna ci conferma che nulla pu&ograve; essere considerato pi&ugrave; scontato come non pu&ograve; essere scontata la conclusione che in Basilicata si spendono tutti i fondi comunitari e per questo va tutto bene nel rapporto tra le comunit&agrave; lucane con Bruxelles&rdquo;. Cos&igrave; il capogruppo consiliare del Centro democratico, Nicola Benedetto, che sostiene: &ldquo;il problema che dobbiamo porci tutti &egrave; che se si vuole realmente rinsaldare il sentimento europeista anche tra i cittadini lucani non pu&ograve; bastare il cosiddetto virtuosismo di spesa se poi le distanze tra Matera, Potenza con le citt&agrave; europee medio-grandi sono ancora enormi in termini di gap infrastrutturale, sviluppo, occupazione, benessere sociale&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Intanto l&rsquo;Ue non contribuisce a superare i divari esistenti: &egrave; soprattutto una maggiore e specifica attenzione da richiedere per le piccole regioni (non solo italiane), le piccole-medie citt&agrave; e per il Mezzogiorno (come tutti i Sud dei Paesi Europei). Prendiamo atto &ndash; dice Benedetto – che a fine maggio scorso il presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, Gianni Pittella, ha promosso un convegno al Parlamento Europeo, a Bruxelles, con l&rsquo;obiettivo di aiutare i Governatori del Centro-Sud a capire come meglio utilizzare i fondi messi a disposizione delle Regioni dal piano Juncker e dall&#39;Efsi (European Fund for Strategic Investments). Su otto governatori invitati se ne &egrave; presentato solo uno, il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D&#39;Alfonso. Gli altri hanno mandato chi un vicepresidente, nel caso della Sicilia, chi un assessore. La sollecitazione a programmare insieme e presentare progetti multiregionali, sia a valere sui fondi strutturali che sul piano Juncker, &egrave; stata pertanto fatta cadere con il risultato che su 51 progetti approvati sul piano Juncker, gli 11 italiani sono tutti del Nord&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Tutt&rsquo;altro esempio &ndash; prosegue Benedetto – ci viene, invece, dalle Regioni Toscana, Umbria e Marche che sono pronte a siglare un protocollo d&rsquo;intesa, gi&agrave; approvato dalle rispettive giunte. Le tre Regioni collaboreranno e si coordineranno su sanit&agrave;, tutela del paesaggio e contrasto ai cambiamenti climatici, ma anche sulla promozione di un&rsquo;agricoltura non estensiva e di qualit&agrave;, sullo sviluppo economico, formazione e lavoro, sulla realizzazione delle infrastrutture che possono rendere competitivo un territorio, su cultura e turismo, sulla gestione dei fondi europei e la partecipazione naturalmente a progetti comunitari condivisi&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Giunta e Consiglio regionali della Basilicata &ndash; sostiene il consigliere del Centro democratico – hanno dunque molto da fare, sia sul versante della collaborazione con le altre Regioni del Sud che su quello interno della riorganizzazione degli uffici dei Dipartimenti interessati dai programmi comunitari di spesa, per ridare fiducia ai lucani nell&rsquo;Europa unita. E almeno sul versante interno &ndash; sottolinea Benedetto – in occasione della Sessione comunitaria del Consiglio regionale, in attesa di approfondire le novit&agrave; di merito per usare meglio le risorse comunitarie specie a favore delle piccole imprese e dell&rsquo;occupazione, della competitivit&agrave; di agricoltura e turismo, del superamento del gap infrastrutturale, ci aspettiamo dal Presidente Pittella una discontinuit&agrave; della gestione politica dei Dipartimenti chiave che hanno assolto sinora solo all&rsquo;obiettivo di spendere ma non a quello dei risultati attesi dalle nostre comunit&agrave; locali&rdquo;.<br />

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