Secondo il vice presidente del Consiglio regionale “abbiamo bisogno di una normativa legislativa in grado di superare le carenze riscontrate in questi anni di attuazione del provvedimento relativo al cosiddetto Reddito di Cittadinanza Solidale”
“Alla vigilia di Natale se vogliamo assumere un impegno meno assistenziale di quello, pur necessario, relativo al rifinanziamento del Programma Copes per il 2013, che comunque ha bisogno di una serie di modifiche per renderlo più efficace e dignitoso per i beneficiari, dobbiamo concentrare ogni sforzo per dare attuazione alla proposta di legge di iniziativa popolare presentata dal comitato per il reddito minimo garantito”. E’ quanto sottolinea il vice presidente del Consiglio regionale, Nicola Benedetto (Idv) aggiungendo che “non possiamo certamente considerarci soddisfatti per le scelte finanziarie contenute nel bilancio regionale 2013, appena approvato, che destina 23 milioni di euro a favore del welfare ma soli 2 milioni riservati al programma di interventi per soggetti a rischio di esclusione sociale. Inoltre, soli 200mila euro a favore dell’associazionismo e del volontariato sociale che si occupano, specie attraverso Caritas e parrocchie, agli aiuti alle persone in difficoltà economiche, è davvero pochissimo”.
“Tutti gli istituti di indagine e ricerca sociale – aggiunge Benedetto -evidenziano che in Basilicata, secondo una tendenza estesa al Sud, l’incidenza delle famiglie che vivono sulla soglia della povertà è in aumento. Se ci fosse ancora bisogno di acquisire piena consapevolezza dell’ ‘emergenza povertà’, c’è l’allarme lanciato, solo qualche giorno fa, da Annamaria Scalise, Commissario regionale della Croce rossa di Basilicata: sempre più gente, sempre più giovani fanno la fila allo sportello per la distribuzione viveri, quale spia, anche qui di una crisi che morde il ceto medio e i nuovi poveri e che la situazione si fa sempre più drammatica, in quanto c’è chi non riesce a pagare le bollette, chi combatte con l’affitto e le rate del mutuo non pagate, chi vive un estremo disagio. Per questo va accolta la sollecitazione degli esponenti del Comitato promotore delle firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare di definire la modalità e la quantificazione delle risorse necessarie per un provvedimento che deve avere il senso della costruzione di un diritto di cittadinanza superando ogni visione caritevole-assistenziale”.
“Si tratta, dunque, di garantire strumenti efficaci di contrasto alla povertà, prevedendo anche un reddito di cittadinanza, tenendo conto che quando si parla di reddito minimo garantito ci si riferisce a tutta una serie di investimenti su alloggi, inserimenti lavorativi, formazione professionale e anche di una impostazione dell’assistenza domiciliare degli anziani con particolare attenzione delle fasce urbane. Dunque – conclude l’esponente di Idv – abbiamo bisogno, come hanno già legiferato altre Regioni, di una normativa legislativa compiuta in grado di superare i troppi limiti e le carenze riscontrate in questi anni di attuazione del provvedimento relativo al cosiddetto Reddito di Cittadinanza Solidale”.