“Basilicata 2019, scaviamo il futuro”, proposta di Lacorazza

Il presidente del Consiglio regionale: “Una grande campagna di scavi e ricerche archeologiche, per valorizzare i siti lucani e per costruire intorno a Matera 2019 una economia della cultura in Basilicata”

&ldquo;La prossima sfida che attende la Basilicata &egrave; quella di unire alla &lsquo;locomotiva&rsquo; Matera 2019 i &lsquo;vagoni&rsquo; di un treno culturale che porta verso la crescita strutturata di tutto il territorio regionale. In questo senso, appare concretamente realizzabile una grande campagna di scavi e ricerche archeologiche, che veda la Regione, l&rsquo;Unibas, il Ministero dei Beni culturali e i competenti Uffici delle Sovrintendenze, nonch&eacute; la nascente Scuola di specializzazione in archeologia che avr&agrave; sede a Matera, impegnati in una programma di attivit&agrave; nei siti lucani che pu&ograve; coinvolgere importanti professionalit&agrave; e far convergere in Basilicata, attraverso l&rsquo;esperienza mutuata dall&rsquo;Erasmus, tanti giovani che in Europa si stanno formando su questa materia&rdquo;. Cos&igrave; il presidente del Consiglio regionale sintetizza la proposta che intende lanciare nel pomeriggio a Matera nel corso del convegno organizzato dal Comune sulle prossime sfide che attendono la citt&agrave; designata quale capitale europea della cultura per il 2019.<br /><br />Lacorazza ha anche un nome per questo progetto: &ldquo;&lsquo;Basilicata 2019, scaviamo il futuro&rsquo;, per dire che sotto la terra &egrave; custodito un pezzo importante del nostro futuro, e la valorizzazione delle ricerche archeologiche &egrave; un modo non effimero per costruire intorno a Matera 2019 una economia della cultura in Basilicata&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Siamo seduti su un enorme patrimonio &ndash; afferma ancora il presidente del Consiglio regionale -, che va valorizzato a non abbandonato come purtroppo troppo spesso accade in Italia. La vicenda di Pompei, dove oggi &egrave; impegnato anche il lucano Massimo Osanna, dimostra quanto &egrave; difficile operare in questo settore, ma anche che la tutela del patrimonio archeologico e del territorio sono una battaglia di prioritaria importanza. L&rsquo;investimento previsto nell&rsquo;ambito del Pon Cultura dal Ministero dei Beni Culturali sulla macroarea del Sud, che oltre ad Ercolano e Pompei comprende anche il polo di Taranto, &egrave; un riferimento certo anche per la Basilicata, che pu&ograve; partecipare all&rsquo;iniziativa anche aggiungendo proprie risorse. E allora mi chiedo perch&eacute; non indirizzare gli sforzi degli enti pubblici per un grande progetto che, attraverso una nuova campagna di scavi, punti a valorizzare aree e siti quali Metaponto, Policoro, Serra di Vaglio, Baragiano, Grumento, Tricarico, Venosa, Satriano e tanti altri. La distribuzione territoriale di questi siti li rende naturali &lsquo;attrattori&rsquo;, che insieme al &lsquo;vagone&rsquo; degli attrattori&nbsp; &#39;artificiali&#39;, sui quali la Regione ha giustamente investito, e al &lsquo;vagone&rsquo; del grande patrimonio storico e culturale, costituiscono un&rsquo;opportunit&agrave; straordinaria per la Basilicata del futuro.&nbsp; Non &egrave; una gita in campagna che propongo, ma un programma che pu&ograve; incidere sull&rsquo;economia e sull&rsquo;offerta culturale della regione, agendo come moltiplicatore delle attivit&agrave; legate al turismo culturale ed offrendo opportunit&agrave; di lavoro, di ricerca e di formazione, che richiedono l&rsquo;impiego di tecnologie avanzatissime e vanno colte anche per valorizzare la stessa Scuola di specializzazione che a breve sar&agrave; istituita a Matera. C&#39;&egrave; un patrimonio che andrebbe catalogato, conservato ed esposto, e sarebbe un bel modo per onorare l&rsquo;eredit&agrave; lasciata dal grande archeologo Dinu Adamesteanu, che segn&ograve; una svolta nella ricerca archeologica in tutta l&rsquo;area della Magna Grecia, e da quanti, come il soprintendente Antonio De Siena, appena andato in pensione, hanno proseguito nella sua opera. E sarebbe anche un modo per riportare l&rsquo;attenzione sul tema della pianificazione e del governo del territorio, che impone alla Regione un grande sforzo per l&rsquo;approvazione degli strumenti previsti, a partire dal Piano paesistico&rdquo;.<br /><br /><br /><br />

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