"Mentre la politica – nazionale e locale – è impegnata in una discussione tutta ripiegata su scissioni probabili, possibili e, più o meno certe, chi non è addentro a tali manovre continua a percepirci come un pianeta autarchico figlio di una diversa galassia". Lo afferma, in un comunicato stampa, Giovanni Barozzino che aggiunge: "Perché chi quotidianamente vede colpiti i propri diritti – quelli sul lavoro quanto quelli civili – non ce la fa più ad assistere a teatrini mediatici sempre più lontani dalle pieghe che si producono in questa nostra società. È il caso di C.F., donna diversamente abile che nei giorni scorsi mi ha inviato questa lettera:
«Si parla tanto di Basilicata 2019,un futuro senza barriere, però mi rendo conto che sarà difficile raggiungere un tale obiettivo in quanto viviamo in una società lontana dai problemi delle persone con difficoltà, i cosiddetti "Diversamente abili" e di una politica lontana anni luce dalle politiche riguardanti la disabilità.
Una barriera architettonica è qualsiasi elemento architettonico che impedisce o limita gli spostamenti o la fruizione di servizi a una persone con limitata capacità motoria. Quello delle barriere è un ambito di diritto molto ampio e complesso e, nonostante l'attuale normativa sia in vigore dal 1989, capita spesso di imbattersi in edifici pubblici e privati in cui persistono gravi impedimenti al comodo uso degli spazi.
Porto la mia diretta esperienza di ‘persona diversamente abile’ riguardo le barriere architettoniche esistenti tanto nel Comune di Potenza, quanto in quelli della sua provincia. Da quasi un anno ho iniziato a lavorare all'ospedale San Carlo nella città capoluogo e non nascondo le difficoltà (la mia diversabilità è di carattere motorio) di raggiungere il posto di lavoro: lontananza della fermata del pullman con relativo ‘percorso ad ostacoli’; si attraversa la strada su una pendenza pericolosa, non solo per noi disabili. E' di pochi giorni fa la notizia che a Potenza, nelle scale mobili, l'ascensore per i disabili diventa un gabbiotto… allo scempio non c'è mai fine.
Siamo una categoria dimenticata da tutti ed è davvero vergognoso che oltre ad avere problemi di salute, bisogna lottare per diritti che dovrebbero essere garantiti. Nella nostra Regione – dove tutto è possibile, spesso anche l'illecito – i diritti sanciti dalla “Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità” quegli stessi diritti siano rimossi e non rispettati. Per vederli affermati bisogna esporsi, lottare e chi non ha forza di farlo resta nel dimenticatoio. Oggi vi è un’urgenza nell’affrontare il problema delle barriere architettoniche e dell'inclusione in modo complessivo e globale, perché il singolo intervento localizzato, seppur necessario, non risolve da solo i limiti di accessibilità».
"Mi convinco sempre più che lo scollamento – acuitosi in questi anni – tra politica e società sia passato attraverso la sordità che spesso ha caratterizzato la prima nei confronti delle urla di dolore che provenivano dalla seconda. La disperazione delle tante e dei troppi che, in questi anni, non ha trovato ascolto nelle sedi di governo delle città, delle provincie e delle regioni… senza contare la sordità dei governi centrali. Oggi è il tempo – non infinito – di tornare ad ascoltare quante e quanti quotidianamente incontrano ostacoli – non sempre solo materiali e fisici – all’affermazione di diritti basilari… quegli stessi diritti di dignità alla base della nostra Costituzione".
Bas04