Autilio (Idv): Fondi strutturali europei per lavoro giovani

Per il consigliere regionale di “Italia dei valori” occorre “vincolare i Fondi strutturali europei all’ autonomia finanziaria dei giovani”

''La proposta del vicedirettore della Svimez, Luca Bianchi, di vincolare almeno il 30 per cento dei Fondi strutturali europei ad interventi volti alla promozione dell'autonomia finanziaria dei giovani merita grande attenzione perché è sicuramente una indicazione di lavoro per tentare di arginare la fuga dei cervelli e contestualmente offrire opportunità ai nostri giovani diplomati e laureati di restare”. E’ quanto sostiene il capogruppo di Idv in Consiglio regionale, Antonio Autilio, ricordando che “tra i 634 mila emigrati negli ultimi dieci anni dal Sud al Nord, di cui circa la metà sono under 34, ci sono almeno 9-12mila lucani”.

“Ha ragione Bianchi – sostiene Autilio – quando evidenzia che la sistematica esclusione delle nuove generazioni dai processi di sviluppo, soprattutto nel Mezzogiorno, è la vera emergenza attuale che rischia di innescare uno tsunami demografico e un progressivo invecchiamento della popolazione''.

Secondo Autilio ''va, pertanto, rilanciato un nuovo patto sociale tra Sud e Nord che ponga al centro le politiche per l'inserimento di giovani qualificati nei processi produttivi. Pertanto, il piano di riprogrammazione dei fondi comunitari per il Mezzogiorno, presentato dal presidente del Consiglio, Mario Monti, insieme al ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca al ministro per la Cooperazione internazionale, Andrea Riccardi e al ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ci deve vedere protagonisti nella definizione di proposte in grado di tradurre in provvedimenti quel fortunato slogan ‘investiamo nel nostro futuro’ che abbiamo contribuito a promuovere nel 2009. Il Programma operativo Fse della Regione Basilicata, in regime di phasing out, quindi in uscita dall’Obiettivo Convergenza, assume un ruolo di fondamentale importanza nella definizione delle azioni da mettere in campo, per consentire alla Basilicata di affrontare questo delicato momento di passaggio e creare le condizioni economiche e sociali per compiere il salto, che la Comunità Europea ci chiede verso le regioni più avanzate e competitive”.

“E’ fondamentale – continua Autilio – una forte integrazione con gli altri programmi regionali cofinanziati dagli altri Fondi Comunitari, il Po Fesr e il Po Feasr, e da altre fonti di finanziamento nazionale (come il Fas), in un’ottica di programmazione unitaria delle politiche regionali, al fine di concentrare gli sforzi verso il raggiungimento di un unico obiettivo. Ma sarà necessaria una riorganizzazione di tutto il processo di programmazione che preveda, da un lato, un sistema di criteri più selettivi al fine di orientare le scelte verso i progetti più concreti ed efficienti rispondenti alle esigenze del contesto territoriale ed economico, dall’altro un sistema di controllo altrettanto efficiente in modo da accrescere la responsabilità e la trasparenza della pubblica amministrazione. Il Programma operativo del Fondo sociale europeo della Regione Basilicata per il prossimo sessennio deve, pertanto, avere come target l’individuo, colto in tutte le fasi della sua vita, dalla scuola, alla formazione superiore, all’inserimento lavorativo, ma anche al reinserimento nel mondo del lavoro, ecco perché le azioni previste si rivolgono ai giovani, alle donne, ai soggetti svantaggiati, agli over 50, ai lavoratori e alle imprese”.

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