Il presidente della seconda Commissione così commenta il progetto museale che vede l’assegnazione di 300 milioni di euro per 120 interventi al Sud
“Il contributo di 4 milioni di euro a favore dei Musei Archeologici di Melfi e Venosa concessi nell’ambito del progetto museale (300 milioni di euro per 120 interventi al Sud) presentato, ieri, dal Ministro per i Beni Culturali Lorenzo Ornaghi, da quello per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, e dall’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, è una prima, sia pure ancora molto parziale, risposta all’iniziativa avviata con la sottoscrizione del Manifesto della cultura lanciato dal Sole 24 Ore”. E’ quanto sostiene il presidente della ceconda Commissione (Bilancio-Programmazione) Antonio Autilio (IdV), aggiungendo che “i Ministri Omaghi e Barca hanno tenuto fede ad un impegno assunto in occasione di incontri in Basilicata, ultimo dei quali a Matera, ma ci aspettiamo adesso altri progetti finanziati a favore del nostro patrimonio culturale, artistico e monumentale”.
“Il rapporto 2012 di Federculture – evidenzia Autilio – indica che è nella cultura la scelta per salvare il Paese da una crisi economica, politica e sociale senza precedenti nella storia recente degli ultimi cinquanta anni, che ci pone di fronte ad un bivio. E' necessario scegliere se continuare a perseguire un modello di sviluppo non più sostenibile, del quale la crisi ha messo a nudo tutti i limiti, o attuare cambiamenti radicali per affermare una nuova idea di progresso che ricongiunga il benessere economico all’interesse generale, alla qualità della vita, alla sostenibilità”.
“Questo messaggio di Federculture – continua il Presidente della seconda Commissione – deve diventare una missione, tanto più che nell’ultimo decennio gli italiani hanno intensificato anche la fruizione di intrattenimenti culturali; vanno di più a teatro (+17,7%), ascoltano concerti di musica classica (+11%) e visitano siti archeologici e monumenti (+6%). E, per quanto non devono essere sottovalutati i segnali della congiuntura economica negativa – nell’ultimo anno la fruizione teatrale è calata del 2,7% e quella dei concerti del 2,8% – quello culturale rimane un comparto vivo e dinamico. Lo dimostrano altri indicatori positivi come i dati sui siti culturali statali. I visitatori nel 2011 sono stati oltre 40 milioni (+7,5%) per 110,4 milioni di euro di introiti lordi (+5,7%). Un trend di crescita che non ha quasi mostrato cedimenti negli ultimi 15 anni. In questo lasso di tempo gli ingressi nei musei e aree archeologiche statali sono passati dai 25 milioni del 1996 ai 40 di oggi, vale a dire che sono aumentati del 60,2%. E non va sottovalutato che il valore aggiunto del sistema culturale lucano sul totale dell’economia regionale è pari al 4 per cento (dato Eurostat 2010)”.
“Tutto ciò – aggiunge Autilio – mentre negli ultimi dieci anni il bilancio del MIBAC è diminuito del 36,4%, arrivando nel 2011 a 1.425 milioni di euro contro i 2.120 del 2001. In rapporto al bilancio totale dello Stato lo stanziamento per la cultura ne rappresenta solo lo 0,19%, mentre è appena lo 0,11% del Pil. Cifre cui si è giunti dopo un lungo declino della spesa pubblica per la cultura. Basta pensare che dopo la guerra, quando il Paese doveva essere ricostruito e i cittadini avevano bisogno di ritrovare speranza per il futuro, lo Stato destinava alla cultura lo 0,8% della spesa totale (1955), cioè il quadruplo di quanto investe oggi. Stessa dinamica è avvenuta per il Fondo Unico per lo Spettacolo, che dai 501 milioni di euro del 2002 è stato ridotto ai 411 milioni di euro del 2012, diminuendo in un decennio del 17,9%”.
“In questo quadro – conclude il presidente dell’organismo consiliare – si inserisce anche il venire meno delle risorse investite dagli Enti Locali, in particolare dai Comuni, negli ultimi anni protagonisti della politiche culturali con una spesa nel settore in media pari al 3,3% dei loro bilanci”.