Autilio: contrastare ipotesi soppressione tribunali

Per il consigliere regionale dell’Idv chiudere i tribunali di Melfi e Lagonegro e ben 24 uffici dei giudici di pace aggraverebbe la situazione della giustizia in Basilicata

''L’ipotesi del Ministro della Giustizia Nitto Palma di chiudere i Tribunali di Melfi e Lagonegro e ben 24 Uffici di Giudici di Pace della Basilicata aggraverebbe la situazione denunciata dal Procuratore generale presso la Corte d'Appello di Potenza, Massimo Lucianetti, all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2011, relativa alle pendenze dei fascicoli procedimentali, appena mitigata dalla leggera diminuzione dei processi civili pendenti”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale di Idv Antonio Autilio sottolineando che “l’obiettivo di razionalizzare le strutture giudiziarie sui territori, concordandone criteri e soluzioni con magistrati, operatori del diritto, amministratori regionali e locali, per realizzare economie di spesa, efficienza del servizio e rispetto delle realtà sociali di ogni parte d'Italia, va invece in tutt’altra direzione. L’amministrazione della giustizia infatti non si affronta con le forbici come se si trattasse di uffici qualsiasi della Pubblica Amministrazione”.

“Già il termine dispregiativo di ‘Tribunalini’ che circola negli ambienti del Ministero di Grazia e Giustizia è efficacemente significativo di una strategia che emula quella del Ministro Tremonti – aggiunge Autilio – senza tenere in alcuna considerazione i problemi veri della carenza di organici, strutture e mezzi, sommati alle condizioni di lavoro di magistrati – costretti a subire da tempo un attacco politico senza precedenti – personale degli uffici della giustizia, operatori del diritto, categoria forense con un’influenza negativa e diretta sui cittadini. Eppure la bocciatura al referendum del legittimo impedimento ha fatto capire – evidenzia – non solo che gli italiani non vogliono leggi di favore ma che chiedono il pieno rispetto del principio che la giustizia è uguale per tutti e si deve garantire in tempi certi per tutti”.

Secondo Autilio “una volta per tutte è necessario sfatare il luogo comune della scarsa produttività dei giudici italiani, specie dei cosiddetti piccoli Tribunali, come se poi il loro lavoro fosse equiparabile alla produzione di un qualsiasi bene materiale e quindi ad una catena di montaggio dalla quale, a fine giornata, contare i pezzi di auto. Secondo il Cepej (European commission for the efficiency of justice) che ha indicato i livelli comparati di produttività con i colleghi giudici degli altri paesi europei, i magistrati italiani fanno registrare 4518 cause civili definite ogni 100.000 abitanti, contro le 2573 dei giudici francesi e le 2925 dei giudici spagnoli”.

“A questo si possono aggiungere i risultati di una rilevazione sugli standard di rendimento condotta dal Consiglio superiore della magistratura con la collaborazione dell’Ufficio statistica del ministero della Giustizia. In breve, è stato studiato il rendimento per materie separate (penale e civile) ma anche per oggetto e carico di lavoro. il livello di produttività dei magistrati posti sotto esame cresce in misura direttamente proporzionale al loro carico pendente: maggiore è il numero di cause che hanno a ruolo, maggiore è il numero di cause definite. Ma soltanto fino a un tetto che possiamo chiamare di ‘saturazione’ oltre il quale la curva si inverte e si assiste al fenomeno contrario, e cioè alla diminuzione della produttività, a riprova – commenta Autilio – che non è certo con meno uffici giudiziari sul territorio che è possibile garantire ‘tempi europei’ nell’amministrazione giudiziaria. Sono certo che come è già avvenuto in passato di fronte ai continui e periodici tentativi del Governo di ridurre i Tribunali il Consiglio regionale, di intesa con la Giunta, saprà assumere un’iniziativa per contrastare anche questa manovra del neo ministro Palma”.

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