Sulla moratoria della Regione legata alle attività estrattive, intervengono la Ola, Organizzazione lucana ambientalista, No Scorie Trisaia e Ambiente e Legalità, ponendo l'accento sullo stoccaggio di gas nei pozzi svuotati o in via di esaurimento in Valbasento.
"Applicando la 'esclusione della Via, Valutazione di impatto ambientale', la Regione – prosegue la nota – ha infatti concesso alla Gas Plus (società mineraria italiana diventata in pochi anni leader dopo l’Eni nell’estrazione di idrocarburi e abilitata alla non facile pratica dello stoccaggio di gas nel sottosuolo), con delibera 1483 del 6 novembre scorso, una proroga allo sfruttamento minerario della concessione “Monte Morrone”. Secondo le organizzazioni ambientaliste, "l’esclusione della Via vieta di fatto ai Comuni, agli enti e ai cittadini dell’area interessata di presentare le proprie osservazioni contrarie al progetto minerario, interrompendo la democrazia e la trasparenza del percorso pubblico".
"A tutela della correttezza delle procedure di sfruttamento del suolo e del sottosuolo, della obbligatoria correttezza e trasparenza istituzionale e a tutela anche dello stesso sottosuolo lucano e del possibile rischio simico e di inquinamento delle falde idriche e della catena alimentare", la Ola, No Scorie e Ambiente e Legalità chiedono che "la Regione Basilicata si opponga con le osservazioni alla Via a tutti i nuovi pozzi, che sospenda ogni attività estrattiva al fine di capire quale livello di inquinamento hanno raggiunto le falde idriche del nostro sottosuolo e che chieda alle società minerarie i piani ingegneristici di ogni attività di perforazione. Unico strumento per sapere cosa le società petrolifere stiano facendo nel nostro sottosuolo che è di proprietà dello Stato e non di Eni & Co".
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