E’ ormai diventato un tradizionale appuntamento quello dell’assegnazione di borse di studio ai ragazzi delle scuole del Vulture promosso dall’associazione italiana persone Down (Aipd)Talucci Myriam- Vulture.
L’evento si è svolto sabato 19 marzo nell’Auditorium della scuola media Berardi di Melfi
Hanno partecipato alla cerimonia di premiazione delegazioni delle scuole medie e superiori del Vulture che si sono cimentate in elaborati di vario genere (testi in prosa, video multimediali, rappresentazioni grafiche).
"Abbiamo deciso di istituire questo concorso – spiega il presidente Lello Talucci – non tanto per onorare la memoria della mia principessa Myriam (viva e vegeta nei nostri cuori e nelle nostre menti) quanto per trasmettere la bellezza della vita pur nella diversità, abbattendo le barriere culturali e mentali che mettono la diversità ai margini della società. Il nostro obiettivo è quello di far comprendere che la diversità non è necessariamente sinonimo di mancanza e di negatività".
Quest’anno, al tavolo dei relatori erano presenti il prof. Vincenzo Giuliano, garante regionale dell’infanzia e dell’adolescenza, Aurelio Pace, consigliere regionale e Suor Cristina, la suora con un cromosoma in più, giunta dalla Valtellina per raccontare la sua preziosa testimonianza di vita e di fede. Con grande entusiasmo ha accettato l’invito dell’associazione all’evento e con ulteriore entusiasmo ha raccontato la sua esperienza ai ragazzi e successivamente alle famiglie associate, con figli o fratelli con sindrome di Down.
“ il primo passo per evitare i pregiudizi- spiega suor Cristina- è la conoscenza, purtroppo, alle volte, la gente ignora ciò che le sta intorno. Perché non si vuole conoscere il diverso? Sapeste che tristezza un mondo in cui tutti sono uguali! Per fortuna siamo tutti diversi e abbiamo dei talenti nascosti.
Sono nata con questo piccolo problema, la sindrome di Down, che io definisco un piccolo sbaglio di numeri , o un piccolo incidente cromosomico, niente di più, fin da piccola mi hanno insegnato a rispettare gli altri, ma anche ad essere rispettata perché siamo tutte persone, con tante teste diverse ma con un unico cuore e un cervello capace di ragionare. La capacità di provare emozione non va di pari passo con i cromosomi e di questo ne sono convinta”.
Ha poi raccontato la sua testimonianza di fede, iniziata a 19 anni quando ha raggiunto la zia missionaria in Kenya e ha maturato la sua vocazione.
Il presidente Lello Talucci, ha poi posto una domanda a suor Cristina: ” cosa diresti ad una futura mamma che aspetta un figlio con sindrome di Down?” suor Cristina ha risposto: "cara mamma, sarà dura, una strada in salita, però non sarai sola e avrai tante gioie e soddisfazioni".
Il futuro oggi è nei vostri occhi, ha concluso Aurelio Pace, ognuno di noi è unico e indispensabile e riallacciandosi al discorso di Suor Cristina ha affermato che la scuola non deve assolutamente rendere i ragazzi in difficoltà due volte disabili.
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